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GENESI DEI PROGETTI

DEL SITO DI ANTONIO CAMPO

Genesi: Democrazia Sinergica

Come nasce un’idea?
La “Demosinergia”, è partita da alcune pratiche considerazioni:


1. fermo restando l'irrinunciabilità dell'assenza del vincolo di mandato da parte dei rappresentanti eletti, si prova disagio nel constatare che costoro (eletti anche con il voto dato al partito) cambino bandiera e vadano nel "gruppo misto" (la cosa aumenta col passare delle legislature) o addirittura cambino direttamente partito... e questa è la goccia che fa traboccare il vaso della pazienza dell'elettore, ovvero il dover constatare che molti di tali eletti cambino bandiera pur essendo stati eletti con il voto dato, da noi elettori, al partito di riferimento e non come preferenza al loro acume politico;

 

2. si prova sempre più disagio nel constatare che, per quanto sia stata distorta con premi di maggioranza o ballottaggi uninominali la reppresentanza degli eletti, per lo sperato fine di assicurare una governabilità e che nonostante l'accettazione di tale distorsione non si ottenga un sistema che assicuri una governabilità tale che duri nel tempo ed invece il dover constatare  che vi sia anzi una guerra continua di logoramento, da parte dei partiti all'opposizione, per far finire anzitempo la legislatura e tornare ad elezioni;


3 diventa sempre più evidente di come le democrazie iniziano a delegittimarsi avendo molti elementi che distorcono in modo indecente i principi essenziali democratici e liberali spacciandoli per correttivi necessari ed inevitabili per risolvere l’antitesi tra rappresentatività e governabilità. I vari correttivi, fin qui usati, si son dimostrati non sufficientemente efficaci per giustificare i compromessi richiesti, essi stessi generatori di forti carenze sia per l’efficacia nelle scelte politiche a favore di tutti che per la legittimità stessa, riconosciuta dagli elettori agli elettri, delle decisioni politiche prese;


4 diventa sempre più evidente che non sia accettabile modificare la parità politica di ogni elettore e ridurre la sovranità degli elettori ad una manciata di settimane di riflessione, nella campagna elettorale, per scegliere chi sarà il loro monarca indiscusso per i successivi 5 anni o un monarca delegittimato da eliminare con una nuova votazione di rinnovo degli eletti.L’osservazione storica dimostra che i tempi della "luna di miele" tra elettori ed eletti dal momento della loro elezione si riduce a periodi sempre più stretti e sicuramente non dura i 5 anni previsti per una legislatura.
Inoltre, la storia, ha ampiamente dimostrato di come non siano sufficienti né persone oneste né un ottimo livello di cultura degli elettori per evitare le degenerazioni dei sistemi rappresentativi che si dicono democratici ed è anzi sempre più sentito necessario che chi governa abbia un effettivo consenso per tutta la sua durata in carica capace di modificarsi e modificare di conseguenza il peso decisionale dell'eletto;


5  attualmente si dicono democrazie regimi affidati ad una delega politica "solo elettiva" che rende gli eletti "regnanti", ovvero: “coloro che determinano le leggi per se e per tutti”. Dunque “attualmente" le democrazie elettive consistono nella selezione dal corpo degli elettori di un campione di votati che in questo modo diventa "monarca" e voce di tutti per diversi anni.


6. Guardando ai casi concreti si vede come sia sistematico che, con l’esigenza di governabilità, una minoranza maggioritaria diventi maggioranza assoluta rappresentativa e di come e di quanto sia disattesa la divisione dei poteri dello stato.Attualmente poche persone riescono "legalmente", visto che le leggi se le fanno da soli, ad assommare su di se molti ruoli del potere decisionale che dovrebbero essere, invece, nettamente distinti. La giustificazione di questa pervasività di pochi può trovare molte ragioni e tutte non necessarie.Perché il sistema istituzionale democratico non degeneri, come sembra invece inevitabile avvenga, deve costruirsi una struttura istituzionale che risolva sul nascere i conflitti d’interesse e che distingua e separi effettivamente le funzioni/poteri dello stato realizzando pragmaticamente i principi di contrasto degli interessi previsti nella concezione liberale.

 


I principali principi di contrasto sono due:


Il principio per cui nessuno debba essere messo in condizione di dover prendere decisioni “giuste” per tutti in contrasto con i propri interessi;


Il principio per cui chi fa l'azione di controllo e di stimolo debba essere chi ne ha direttamente l’interesse che la cosa funzioni per tutti non essendo, questi, messo in grado di garantirsene l’esclusiva.La legge è nata per proteggere i deboli ma si presta molto bene ad essere meglio sfruttata dai ricchi e farne manipolabile prepotenza!


L’inaccettabile delle attuali democraziePer non essere astratti. Di fatto ci sono leggi o prassi, nel funzionamento delle istituzioni democratiche reali, che sono inaccettabili sia secondo i principi liberali che di quelli democratici.



Si possono considerare come inaccettabili le seguenti:

 

 

·       è inaccettabile cambiare la parità del peso politico tra elettori o annullare il peso politico dell’elettore nella rappresentanza per qualsivoglia ragione;


·       è inaccettabile non avere una delega politica effettivamente rappresentativa al variare dell'opinione pubblica nel tempo, con una ragionevole frequenza;


·       è inaccettabile non avere un sistema decisionale politico che possa facilmente sbloccarsi negli stalli istituzionali  tra legislatori e governo:


o   mantenendo la legittimità democratica derivata dalla sua rappresentatività;


o   non facendo diventare una necessità ricorrere a continue elezioni universali;


o   rendendo misurabile il consenso degli elettori per la governabilità che, senza deformare permanentemente la rappresentatività dei legislatori, possa ridimensionarne temporaneamente il peso decisionale corrispondente della loro funzione legislativa;

 

​·       è inaccettabile l'avere una parte della popolazione che legiferi su se stessa e che non può essere effettivamente controllata generando un vero monarca in cronico conflitto d'interesse;


·       è inaccettabile l'avere rappresentanti che partecipano a più poteri dello stato con cumulo di cariche per qualsivoglia pretestuosa ragione;


·       è inaccettabile l'avere rappresentanti che permangono per troppi anni in cariche di vertice di potere politico-amministrativo.


Quardando alla storia della democrazia ci si accorge che vi sono due considerazioni relative alla strumentalità del modo in cui si selezionano i rappresentanti e del modo in cui si intende il voto espresso dagli elettori...

Ultime due considerazioni strumentali della democrazia:

 

1. La prima considerazione si basa sulla constatazione che per selezionare una rappresentanza  democratica di una comunità non esiste solo il metodo elettivo ma anche il metodo di estrazione a sorteggio e che il secondo sia molto più democratico del primo in quanto il metodo elettivo privilegia i privilegiati che hanno un supporto economico per la loro popolarità o che siano già popolari per situazioni contingenti;

 

2. La seconda constatazione si basa sul fatti che nel votare, l'elettore, può dare il proprio voto con intenzioni diverse e che tale diversità sia molto significativa e che col sistema attuale vada persa generando molte delle delegittimazioni che incorre la democrazia nel sentire comune.

 

In merito a questa seconda constatazione faccio notare la più evidente ovvero la differenza tra chi da il voto di fiducia ad una persona (e quindi alla sua capacità di scelta) mentre altri la danno ad un gruppo politico ovvero si affidano alla capacità di scelta ottenuta tramite un processo di mediazione e di fedeltà ad un partito preso.

 

 

PASSIAMO ALLE SOLUZIONI:

 

Separiamo la questione rappresentatività da quella della governabilità in modo che la rappresentatività non debba essere distorta per ottenere (vanamente) la governabilità ed a tal fine utilizziamo il "vito pesato" poi ottenuta una rappresentatività ottimale risolviamo la governabilità utilizzando i parlamenti effimeri a sorteggio.

 

 

2019 10 22 - Breve introduzione al PROGETTO DEMOSINERGIA.

 

Il termine DEMOSINERGIA deriva dalla fusione dei termini DEMOCRAZIA e SINERGIA.

 

L’obbiettivo è quello di togliere forza alle argomentazioni che delegittimano logicamente e praticamente in modo sostanzialmente corretto la democrazia come essa è attualmente implementata.

 

Il ragionamento parte da queste considerazioni:

 

·       come diceva Albert Einstein “Non si può risolvere un problema con la stessa mentalità che l'ha generato” quindi le logiche alla base selle soluzioni attuali riportano agli stessi problemi come al gioco dell’Oca. Quindi la DEMOSINERGIA rende più complessa ed oggettiva la misurazione del consenso degli elettori rendendo più fine la misurazione dei diversi tipi di consenso che l’elettore esprime e la sua espressione negli eletti. Inizialmente separando la rappresentatività dalla governabilità ma dandone un metodo risolutivo che le ricolleghi ugualmente democratico;

 

·       la democrazia è la più complessa tra le forme di governo note e la storia dimostra che più la si semplifica più essa diventa meno democratica e più si dà forza agli argomenti che le tolgono legittimità. Quindi la soluzione non è semplificare ma raggiungere un grado di complessità sufficiente a restituire legittimità e governabilità ad una forma di governo democratica

 

·       non si può sacrificare la rappresentatività alla governabilità ne si può sostenere una rappresentatività assoluta che impedisca la governabilità quindi l’una e l’altra devono essere ottenute separatamente ed avere un metodo di risoluzione dei conflitti che la DEMOSINERGIA attinge alla storia greca ed alle esperienze di deliberative opinion poll takes a random ovvero (il sondaggio di opinione deliberativo ad estrazione casuale o partecipata con metodi di normalizzazione);

 

·       Col sillogismo una testa un voto (per gli eletti) si sono provate quasi tutte le soluzioni possibili senza riuscire a togliere voce agli argomenti critici ed anzi si sono generati paradossi dimostrati poi, da dotti pensatori, insuperabili;

 

·       Con l’espressione di un voto indistinto dell’elettore sintetizzato in un unico voto da parte dell’eletto è la semplificazione che genera i problemi di delegittimazione;

 

La DEMOSINERGIA risolve molte delegittimazioni.

 

Ne faccio pochi accenni:

 

PRIMO garantire la libertà di mandato dell’eletto togliendo però voce all’idea di tradimento del voto ricevuto;

 

SECONDO permettere la misurazione oggettiva del cambiamento del consenso negli elettori (soprattutto dentro una stessa legislatura) togliendo voce all’idea del progressivo distacco degli elettori con gli eletti;

 

TERZO togliere voce all’idea che …le soluzioni delle crisi di governabilità legislativa …rendano necessario ricorrere a nuove elezioni o a distorsioni della rappresentanza.

 

…nella DEMOSINERGIA vi sono molte altre decine di soluzioni.

Mi soffermo nella rappresentatività dando per assodato che poi ho disponibile un metodo per risolvere efficacemente la governabilità.

Per aiutarmi nell’esposizione utilizzo un acronimo ITPS che sta rispettivamente per (Identità, Tempo, Partecipazione, Selezione) che sono elementi decisivi nell’espressione del voto. Tali aspetti oggi vengono rappresentati indistintamente in un solo voto dato all’eletto ma che dovrebbero (e possono) essere distinti ed essere misurabili sia nella tipologia quanto nella loro variazione.

 

Prendendo la “I” che sta per IDENTITÀ questa è uno dei due elementi che si utilizza per una scelta di delega.

Si sceglie un delegato per affinità con le proprie idee e finalità (voto identitario che considera l’eletto un mero portavoce) e si sceglie per fiducia nelle sue capacità di realizzarle o comunque di dare un peso politico significativo ad esse (voto fiduciario che considera l’eletto come una guida o consigliere).

 

Gli elettori li possiamo quindi dividere in due tribù quelli che sono IDENTITARI ovvero che se l’eletto ha affermato che su 4 punti non si accettavano compromessi essi stessi non ammettono compromessi …mentre i FIDUCIARI ovvero quelli che hanno fiducia nelle capacità di valutazione e scelta dei delegati nel realizzare quanto più possibile quei 4 punti qualificanti (ma possibilmente anche altri che diventano più significativi nel divenire degli accadimenti) sono disposti a farsi guidare nelle mediazioni funzionali a massimizzare i punti realizzabili nella situazione data e creatasi.

 

ESEMPLIFICHIAMO

 

Oggi un delegato eletto con 100 voti esprime 1 voto nelle sedi decisionali o legislative. Ipotizziamo che 50 di quegli elettori siano IDENTITARI e 50 siano FIDUCIARI e che il partito faccia un compromesso su 2  di quei punti imprescindibili:

 

CASO 1 se l’eletto segue il partito è un traditore falso ed opportunista per 50;

 

CASO 2 se cambia bandiera per non venir meno a quanto promesso è un traditore falso ed opportunista per gli altri 50.

 

SOLUZIONE

 

Se inseriamo il metodo del VOTO PESATO, per cui ogni eletto esprima non 1 voto ma i voti ricevuti (in questo caso 100) e che i voti ricevuti siano distinguibili i voti FIDUCIARI in quanto dati direttamente a lui con voti di preferenza dai voti IDENTITARI dati al partito vediamo cosa succederebbe?:

 

CASO 1 se l’eletto segue il partito coloro che hanno dato un voto IDENTITARIO al partito ne saranno felici o se ne faranno una ragione in forza alla fiducia che hanno riposto nel partito ma non potranno dare del traditore al partito od all’eletto;

 

CASO 2 se l’eletto cambia bandiera per non venir meno a quanto promesso per coloro che gli hanno dato la fiducia direttamente ne saranno felici o se ne faranno una ragione in forza alla fiducia che hanno riposto in lui e questi porterà con se i 50 voti DIRETTI mentre i 50 voti del partito saranno riassegnati agli altri eletti dagli iscritti del partito e nessuno potrà recriminare un furto di voti.

 

Se il voto di preferenza dato al partito può essere dato come PREFERENZA  ad una corrente dello stesso abbiamo che la distinzione tra i voto IDENTITARI ed i voti FIDUCIARI sia ancora più rispondente alla realtà e legittimante per gli eletti di fare ciò che in coscienza si sentono di fare e per gli iscritti di poter modificare il perso di voto degli eletti per la parte di voti dati al partito o ad una corrente di esso anche dai votanti non iscritti. (Nota bene: questa è una semplificazione molto spinta di ciò che è possibile con una DEMOSINERGIA a pieno regime)

 

Prendendo la “T” che sta per TEMPO possiamo dire, senza tema di smentita, che oggi si percepisca (la cosiddetta luna di miele tra elettori ed eletti) ovvero la legittimazione degli eletti ottenuta con un voto universale valevole per circa 6 mesi e certamente non corrispondente ad una legislatura di 5 anni.

Il fattore tempo gioca molto nella legittimazione  identitaria così come in quella  fiduciaria.

 

ESEMPLIFICHIAMO

 

L’elettore può essere paziente o impaziente.

 

CASO 1 impaziente MASSIMALISTA RIVOLUZIONARIO vuole tutto e subito ed è disposto anche a fare il matto. Questo tipo di elettore dà poco tempo all’eletto e non si accontenta di qualche risultato;

 

CASO 2 paziente MASSIMALISTA IDEALISTA è convinto che non si debba cedere su niente e che col tempo si otterrà tutto senza compromessi. Questo tipo di elettore dà molto tempo all’eletto;

 

CASO 3 impaziente  MINIMALISTA PRAGMATICO vuole almeno qualche risultato, anche incompleto, ma nella direzione desiderata. Questo tipo di elettore dà poco tempo all’eletto se non si vede almeno qualche risultato;

 

CASO 4 paziente MINIMALISTA OTTIMISTA è convinto che avendo pazienza e determinazione anche piccoli traguardi si otterrà tutto a patto di creare le condizioni per ottenere gran parte di quanto desiderabile.

 

SOLUZIONE

 

Mantenendo la durata del mandato di un eletto di 6 anni (perché l’eletto possa mettere a frutto esperienza e s’impegni in progetti di ampio respiro) il suo peso di voto dovrebbe cambiare in base a elezioni generali ogni 2 anni ed in base alla riassegnazione dei voti dati dagli elettori ai partiti o loro correnti anche ogni 3 mesi modificabili dagli iscritti al partito o alla corrente di esso tenendo così conto sia dell’impazienza o pazienza sia del massimalismo che del minimalismo degli elettori che cambiano il loro consenso sia se le cose restino immutate sia che esse mutino ma non rapidamente quanto desiderato o non nel senso desiderato. (Così descritta può sembrare una soluzione confusa ma è dettagliata nell’elaborato riassuntivo di 280 pagine e risulta molto rigorosa ed a prova delle furbizie note)

 

Prendendo la “P” che sta per PARTECIPAZIONE possiamo dire che la popolazione di un territorio è divisivile in 2 quelli che hanno diritto al voto e quelli che non lo hanno. Di quelli che hanno diritto al voto dividiamola in 4 gruppi:

 

1 il 20% che voterebbe in continuazione perché politico, dirigente o attivista;

 

2 il 30% che voterebbe anche nei momenti di consultazione di partito tipo primarie o referendum;

 

3 il 20% che vota solo alle politiche ed amministrative e non vuol essere disturbato troppo;

 

4 il 30% che non vota mai o vota raramente.

 

La DEMOSINERGIA permette:

 

1  agli iscritti dei partiti di gestire il consenso in modo dinamico e oggettivamente misurabile di coloro che votano “ogni tanto” e delegano il partito alla gestione del loro consenso da affidare agli eletti;

 

2 ai politici ed amministratori di avere una misurazione istituzionalizzata, oggettiva ed aggiornata del proprio consenso;

 

3 a chi vota ogni tanto permette di vedere cosa se ne fa del proprio consenso in base al tipo di delega che si è data al momento del voto senza possibili recriminazioni di truffa ma a ripensamenti legittimi di scelta quando vi saranno le votazioni generali;

 

4 agli iscritti si permette di essere determinanti e la fatica della partecipazione può essere modulata in grandi elettori, sostenitori e simpatizzanti sempre in modo misurabile.

 

Notare come questo un aspetto della Demosinergia valorizzi particolarmente la partecipazione degli iscritti  e dia legittimità coerente con il tipo di delega espressa della gestione del proprio consenso d parte degli eletti.

 

 

Prendendo la “S” che sta per SELEZIONE

 

Possiamo dire che il sistema elettivo è sostanzialmente un sistema elitario e di voto di scambio.

Oltre all’elezione vi sono altri modi di selezione della classe politica e dirigenziale:

 

1 il concorso per titoli, esami e profili è propedeutico alla scelta di un’ampia rosa di candidati ma poi, una volta garantita che tutti i candidati abbiano un livello ottimale, è preferibile che la scelta finale avvenga per estrazione evitando gratitudini e pressioni indebite;

 

2 quando vi è uno stallo politico legislativo invece di andare a votazioni o fare maggioranze basate sul voto di scambio si ricorre ad un parlamento di estratti a sorte selezionati con criteri di (non conflitto d’interessi e competenza sufficiente per il tema) che dibatte la singola questione per alcuni giorni (quindi non partecipa ad un sondaggio ma elabora una consapevolezza e poi una sintesi politica) e poi assegna un premio di maggioranza di voti (proporzionale al consenso trovato su una proposta prevalente) ad una certa forza politica o al governo con dei paletti perché poi questi (i tecnici della politica) definiscano i dettagli.

 

La selezione dei legislatori tramite elezione avviene:

 

Posto che il parlamento sia fatto da 3 gruppi parlamentari di 100 eletti ognuno e che il mandato di ogni parlamentare è di 6 anni ed ogni 2 anni si rinnova un terzo del parlamento e contestualmente si rinnova anche il peso di voto di tutti i parlamentari.

Per il rinnovo di un terzo si procede in un doppio turno.

Nel primo turno si divide il territorio in 20 collegi da 4 eletti per un totale di 80 eletti fra coloro che come partito hanno avuto i 4 maggiori risultati.

Per i restanti 20 eletti si sottraggono i voti minimi necessari per un eletto per ogni eletto vincente nei territori in capo ad una forza politica e sommando tutti i resti a livello nazionale si assegna l’eletto ai più alti resti fino a 20 eletti.

Ciò assicura sia una rappresentanza legata al territorio senza però escludere le rappresentanze molto diffuse e mai prevalenti  in nessun territorio.

Vi sono altri accorgimenti per garantire la presenza proporzionale alla popolazione elettorale di donne/uomini, di classi d’età …ed altro).

Nel secondo turno si assegnano le preferenze dirette agli eletti o ai partiti o a correnti degli stessi attribuendo così agli eletti un peso di voto personale e ai partiti un peso di voto da suddividere agli eletti di riferimento.

 

 

Fermiamoci qui anche se i concetti che si combinano in sinergia fra loro sono vicini a molte decine.

 

Questa proposta ha molte innovazioni ripescate dal passato integrando fra loro esperienze storiche in un contesto organico, coerente ed alla fin fine quasi matematico nelle conseguenze logiche.

La sua elaborazione è stata fatta in circa 3 anni a partire dal 2010 ed è disponibile una versione 11.1 che consiste in un riassunto molto semplificato di circa 280 pagine gratuitamente ottenibile su richiesta diretta in un formato digitale.

E’ un metodo valido per la democrazia interna ad un partito, ad uno stato o una federazione di stati.

Spero di averti incuriosito.

 

L’età della pietra non è finita perché sono finite le pietre” ma perché si è passati a tecnologie più complesse …

 

Concludendo … è possibile un metodo democratico più robusto che non prenda mazzate dai populismi.

 

Questo il mio apporto … sarei contento di condividerlo e svilupparlo assieme a chi ne fosse interessato … quindi:

 

 “Grazie” ed un buon futuro a tutti noi.

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