screenshot 2024-03-12 120421
screenshot 2024-03-12 120421
screenshot 2024-03-12 120421
manraytracuiunafotolitografialesamoureux-alheuredelobservatoire

- Versione struttura del sito 2.0 aggiornata al 01-01-2024

- Dati aggiornati al 15-09-2024

naviga 01 info generale
zzz10secondscountdown
occhio
logodemosinergia

PROGETTO

RACCONTI DI ANTONIO CAMPO

lorologiosifermato

In un regno di nome PUNTUALI, in un brutto giorno d’inverno, tutti gli orologi si fermarono e non vollero più saperne di ripartire.

 

Gli orologiai non sapevano come fare per aggiustarli.

Tutti i sudditi erano disperati in quanto non sapevano essere puntuali come sempre.

 

Alcuni sudditi per essere lo stesso puntuali fecero delle meridiane pensando che il sole faceva la stessa ombra per tutti ma scoprirono che ogni meridiana costruita aveva un’ombra in una direzione diversa.

 

Altri provarono a fare delle clessidre ma scoprirono che ogni sabbia scorreva diversamente.

Andarono tutti dal  Re PENDOLO per chiedergli di trovare una soluzione perché così non era possibile andare avanti.

Succedevano cose davvero strane … le cuoche cucinavano minestre troppo cotte o troppo crude.

Gli scolari andavano a scuola e la trovavano ancora chiusa e i professori litigavano perché ognuno diceva che quella era la sua ora di lezione.

 

I galli cantavano a tutte le ore e le galline facevano uova strapazzate per lo stress.

 

La lista delle cose strane era molto lunga e il   Re PENDOLO decise che bisognava trovare qualcuno che coprisse perché gli orologi si erano fermati e ne trovasse la soluzione.

 

Nel regno tutti conoscevano un contadino dalle scarpe grosse ma dal cervello fino che si chiamava GABRIELE e dissero al   Re che se vi era qualcuno che poteva trovare una soluzione a quel rompicapo questo era proprio GABRIELE.

storiaincontroconilre

1. IL CONTADINO ALLA CORTE DEL RE

 

Il   Re disse alle guardie di andare a prendere questo contadino e di portarglielo nel castello.

Le guardie girarono per giorni prima di trovare GABRIELE  e lo trovarono per la strada legato con una lunga corda al figlio FILIPPO e alla moglie CECILIA e con le tasche piene di monete d’oro.

Quando lo portarono dal   Re questo gli chiese come mai si era legato alla moglie ed al figlio?

Gabriele disse: “caro il mio   Re … non vedi come il tempo si è messo a giocare, in questo modo è facile che le persone che si vogliono bene non si riescano più ad incontrare. Guarda le tue guardie prima di trovarmi si erano perse!.”

Il   Re e tutta la corte erano sbalorditi dalla logica ineccepibile e un po’ folle di quel contadino.

Il   Re chiese allora come mai avesse tanti soldi in tasca!

“mio carissimo   Re se è vero che chi non perde il suo tempo guadagna di più di chi lo perde è ovvio che in questo paese di perditempo io divento sempre più ricco”.

Anche a questa risposta, il   Re e la corte, dovettero ammettere che aveva una sua logica perversa infatti nel paese PUNTUALI nessuno riusciva più ad essere puntuale e tutti perdevano un sacco di tempo e anche i loro guadagni ne soffrivano.

 

Il   Re spazientito disse “o villano di certo sei dotato di ingegno e io ho deciso che tu dovrai scoprire perché gli orologi si sono fermati e poi dovrai scoprire come farli tornare a funzionare”

il villano, sentite queste parole, si sedette per terra grattandosi la testa con fare molto pensieroso e la moglie ed il figlio gli si strinsero vicino … ed iniziarono a dirgli….

CECILIA “chiedine tre e se non te le possono dare chiedine di più”

Il figlio FILIPPO “Papà di sicuro … non ti basteranno perché ne perderai di più”

CECILIA “è vero e allora come la mettiamo se non si può essere puntuali … certo è meglio non chiederne affatto”

GABRIELE “la questione è complicata ma è abbastanza semplice la soluzione”

Il   Re PENDOLO a quel punto sbotto spazientito: “ma cosa state dicendo! … non si capisce niente di quello che dite! … fatevi capire o qualcuno perderà la testa!”

GABRIELE si alzò in piedi e rivolgendosi alla moglie ed al figlio disse: “qui si sta perdendo molto tempo … e noi non ne vogliamo perdere…” poi rivoltosi al   Re disse: “mio buon   Re … fai preparare una pentola di rame grande che ci possano stare comode tre persone … poi tre chiavi grandi e pesanti la prima un kilo … la seconda due kili e la terza tre kili … ed infine  una fune lunga cento braccia e robusta che possa tenere su la pentola  piena d’acqua, con le persone e le chiavi … avremo bisogno anche di alcuni fabbri e carpentieri nel nostro viaggio iniziale ma poi questi dovranno attenderci dove diremo loro … non chiederci nulla e lascia che facciamo quel che si deve fare”

Il   Re bolliva dalla voglia di sapere qual’era l’intenzione di quel contadino dalla scarpe grosse ma dal cervello fino ma disse: “preparate tutto quello che GABRIELE dice il prima possibile..” e la moglie CECILIA aggiunse: “e non perdete troppo tempo che non ne abbiamo da perdere per voialtri” e il figlio FILIPPO aggiunse “ e non fatevi domande che vi farebbero perdere più tempo a capire le risposte che a trovare le soluzioni” e GABRIELE aggiunse “noi per non farvi perdere tempo e guadagnarne di quello perso andremo a trovare il punto d’inizio, che è il punto senza il quale non vi è una buona fine”.

Detto questo si misero a far grandi inchini al   Re ed alla corte e si avviarono per il portone d’uscita.

Ma il   Re li fermò “dove credete d’andare …. Mi dovete spiegare …” allora GABRIELE tornò nei suoi passi si sedette nuovamente a terra e scuotendo la testa disse “lo sapevo … qui si vuole perdere del tempo prezioso … e la soluzione non verrà in tempo anzi non verrà mai più perché le spiegazioni non sono comprese in tempo e la pentola non sarà fatta della misura giusta e tantissime cose … ma cosa posso farci io che sono un semplice contadino se il suo Re vuole perdere tempo prezioso per tutti”

Tutti nella corte si guardarono e guardarono il   Re … ognuno pensava che la situazione era insopportabile e che effettivamente si era perso già molto tempo … e che quel villico con la sua strana famiglia sembrava … più di tutti sapere cosa fare e non voler perdere altro tempo.

Il   Re PENDOLO che conosceva bene i suoi sudditi allora disse: “ebbene mio villano … siccome mi sta più a cuore il bene dei miei sudditi che il soddisfare la mia curiosità … ti do tre giorni di tempo”  ma subito fu interrotto dal figlio FILIPPO “bugiardo!”

il   Re non credendo alle proprie orecchie disse “come osi?”

e la madre CECILIA rivolta al marito disse: “GABRIELE spiega al re!”

ed il   Re chiese ancor più sbalordito “cosa c’è da spiegare!”

GABRIELE allora facendo il gesto di raccogliere tutta la pazienza esistente nell’universo iniziò a spiegare al   Re : “mio buon re, mio figlio sarà poco raffinato però e schietto e in questo caso ha pure ragione … osserva il tuo regno … il suo problema è che non sa più fare il conto del tempo e tre giorni son pochi ma per alcuni saranno passati già domani e per altri saranno passati tra una settimana e allora come farai a dire che son passati senza frutto?” ancora una volta il contadino fulminò il   Re e la sua corte con un ragionamento che non lasciava scampo.

la moglie proseguì “ nostro buon   Re … più della paura può l’avidità e se ci offrissi una pentola colma di monete d’oro per la soluzione sicuramente avresti messo un pungolo più forte al nostro impegno”

ed ancora una volta quella strana famiglia aveva ragione

il   Re a quel punto disse : “c’è molto ingegno in quel che voi tre dite e di sicuro credo che tale ingegno vi permetterà di venire a capo di tale sciagura che ci è capitata … quindi che tutti si adoperino ad agevolarvi l’opera e … a maggior pungolo vi prometto una pentola piena d’oro  ad impresa felicemente compiuta …. Parola di  Re”

e lesto GABRIELE disse: “e parola di  Re sia … per me e la mia famiglia”

I fabbri del regno avevano lavorato tutto il giorno e tutta la notte e nonostante qualche litigio e qualche testa rotta la pentola e le chiavi come richiesto furono pronte su un carro trainato da quattro buoi ed anche le cento braccia di fune furono tolte alla nave del  Re per esser più lesti e furono messe sul carro.

Così il giorno seguente i tre salirono su carro e partirono con una scorta di guardie e di fabbri e carpentieri e con tutti gli occhi speranzosi della corte che li seguì fino all’orizzonte.

Intanto nel regno si continuò a non incontrarsi agli appuntamenti, ad andare a lavorare troppo presto o troppo tardi, a mangiare troppo crudo o troppo cotto ed altre cose del genere.

storiagabrielesaluta

 

 

2. LA SCOMMESSA INIZIALE

 

Dovete sapere che questa storia l’abbiamo incominciata a raccontare dalla sua metà … e perché si capisca come era nata la storia bisogna sapere che … prima che tutto questo accadesse … intendo prima che gli orologi si fermassero GABRIELE ed la moglie CECILIA avevano fatto una scommessa delle loro.

 

Avevano chiamato FILIPPO ad essere arbitro e testimone e gli avevano spiegato quali erano i termini della sfida.

 

Dovete anche sapere che CECILIA sfidava spesso suo marito perché come ogni donna, lei sa che gli uomini, se non devono dimostrare di essere ancora i più bravi e intelligenti si impigriscono e perdono pure interesse a quello che voi dite loro.

Mentre GABRIELE riteneva che se la si dava vinta troppo facilmente alla propria donna questa avrebbe pensato di potervi mettere i piedi in testa e di comandarvi a bacchetta.

 

Così anche quella volta i due si confrontavano su di uno strano discorso.

 

CECILIA si diceva convinta che il tempo dovesse essere un vecchio dal lento ed inesorabile procedere schiacciato dal peso di tutti quegli anni passati che ormai lo rallentavano sempre più, mentre … , GABRIELE si diceva convinto che il tempo dovesse essere un bambino incapace di invecchiare nel corpo ma che aveva ormai perso la voglia di giocare.

 

CECILIA con aria furba disse a suo marito “DIMOSTRALO!... oppure taci” anche GABRIELE disse “se devo tacere io perché non posso provarlo anche per te vale lo stesso!”

 

E tra i due cadde un silenzio profondo, GABRIELE taceva imbronciato e pensieroso mentre CECILIA taceva con un sorrisino beffardo che faceva arrabbiare ancor di più il marito (e la furba lo sapeva … ed era proprio quello che voleva).

 

Pensa che ti pensa e pensa che ti ripensa a GABRIELE venne un’idea! Se voleva incontrare il tempo doveva cercare non nel luogo giusto ma nel tempo giusto! Il problema era come sapere qual’era il tempo giusto?...

storiaorologiosudato
storiaorologiosupino

 

 

3. LA STRATEGIA DELLA CURIOSITA’

 

Molte volte GABRIELE aveva usato un trucco con le persone che voleva incontrare e dalle quali sarebbe dovuto andare per chiedere qualcosa.

Invece di andare da loro trovava il modo di incuriosirle e quando queste andavano da lui per capire quello che le aveva incuriosite GABRIELE chiedeva loro di dargli quello di cui lui aveva bisogno come fosse il prezzo per togliersi la loro curiosità.

 

Ad esempio, una volta, che sua moglie gli aveva detto che il loro il vicino di casa era così taccagno e così avaro che non gli avrebbe prestato nemmeno una zappa per timore di averla un po’ consumata.

GABRIELE quella volta scommise con CECILIA che il vicino di casa gli avrebbe dato la zappa a tre punte che aveva appena comperata e che lui in cambio gli avrebbe dato solo qualche parola … infatti, qualche giorno dopo GABRIELE, piantò nel suo orto due pali e distese tra loro un lenzuolo sul quale disegnò un uomo che guardava degli uccelli e sul tetto della casa aveva messo un grande  specchio e tanti piccoli speccietti.

 

Il vicino di casa non riuscendo a capire a cosa servisse quella cosa, andò a trovarlo e gli chiese perché aveva messo nel suo giardino quel dipinto!

GABRIELE con fare misterioso disse che stava facendo un esperimento ma che non poteva portarlo a termine perché doveva andare in città a comperare una zappa a tre punte.

 

Il vicino di casa vedendo che GABRIELE non si decideva a dirgli cosa voleva fare gli disse … la zappa a tre punte te la regalo io che ne ho una in più ma tu mi dirai cosa ci devi fare con questo grande lenzuolo dipinto piantato in mezzo al tuo orto e quello specchio sul tetto …. Quindi andò a casa e portò a GABRIELE la zappa.

GABRIELE facendo  finta di doversi sdebitare gli disse… vedi ho notato che le piante che stanno nella parte in ombra del mio giardino crescono più lentamente e di meno delle piante che sono al sole e per essere sicuro che non sia dovuto al terreno zapperò e annaffierò allo stesso modo una parte che è spesso in ombra ed una parte che è sempre soleggiata però a quella soleggiata la metterò in ombra con questo lenzuolone e potrò accertare se il terreno è fertile allo stesso modo o meno da come cresceranno le piante.

Il vicino di casa disse un po’ disperato certo ma cosa te ne fai di sapere che il sole farebbe crescere di più le piante nella parte meno soleggiata?

GABRIELE allora facendo il gesto di raccogliere tutta la pazienza esistente nell’universo iniziò a spiegare : “mio buon vicino … vedi quello specchio che ho messo sul tetto?”

“certo e allora?”

“sul tetto non si può coltivare niente però il sole batte e si spreca e se io lo mando nella zona più in ombra le piante cresceranno di più … e quando vi sarà troppo sole la parte in ombra sarà annaffiata di meno e con la stessa acqua si annaffia meglio la parte più soleggiata e non si spreca acqua avendo un raccolto maggiore”

Seguì un lungo ed intenso silenzio, e quasi folgorato sbalordito dalla logica ineccepibile e un po’ folle di quel contadino il vicino di casa disse “devo dire che trovo la cosa tanto strana quanto logica e pur pensando che qualcosa non torna in questo ragionamento non so cosa possa essere penso che vi è del genio in te” lesto  GABRIELE aggiunse “ti ringrazio, mio buon vicino, dell’aiuto e dei consigli ma dovremo attendere un po’ per vedere se ho ragione ora CECILIA mi attende che le devo far vedere come un uovo sodo entra senza rompersi in una bottiglia!”

Ed il vicino di casa confuso e frastornato saluta frettoloso GABRIELE e si allontana lasciando la zappa a tre punte al furbo contadino.

storiainconrosulvulcano

4. UNA PROPOSTA CHE NON SI PUO’ RIFIUTARE

 

Per trovare il TEMPO il trucco che voleva usare GABRIELE era lo stesso, ma sapendo bene che il TEMPO aveva avuto modo di osservarlo da tutta una vita …, sapeva che quindi doveva fare qualcosa che risultasse terribilmente imprevedibile e decisamente sconveniente per il TEMPO stesso non incontrarsi.

 

Era passata una settimana da quando CECILIA, sua moglie, gli aveva lanciato la sfida che rimuginava in silenzio il da farsi quando d’un tratto, a sera tarda, chiamò moglie e figlio e disse … “domani si và in montagna … anzi si va in cima al vulcano dove inizia ad ovest il regno di PUNTUALI, tu donna prepara delle vivande per il viaggio e tu figlio procurati una corda lunga trenta braccia”.

 

CECILIA e FILIPPO si guardarono e capirono che GABRIELE si preparava a dimostrare, come al solito di aver ragione … ma questa volta la cosa sembrava proprio difficile da farsi.

 

Di buon mattino partirono e nel pomeriggio arrivarono ai piedi del vulcano, dove la strada finiva e per proseguire si doveva scalare vie molto ripide.

GABRIELE fece legare con la corda moglie e figlio distanziati di quindici braccia di corda l’uno dall’altra così che se qualcuno, nel salire perdeva l’appiglio, gli altri gli impedivano di precipitare perché legati alla corda.

 

Giunti in cima la moglie disse “sono proprio curiosa di sapere cosa vuoi fare!” e anche il figlio aggiunse “certo papà … che questa volta potrebbe essere quella in cui perderai la scommessa con la mamma!” ma quelle parole furono seguite da sicuri preparativi da parte di GABRIELE che con delle pietre a disposizione fece un tavolo e quattro posti da sedere.

Poi, sempre legati fra loro, fece  accomodare moglie e figlio e disse ad alta voce “CECILIA tu prepara la tavola per mangiare e che il TEMPO sappia che se durante il pasto si siederà a questa tavola io GABRIELE son certo di potergli dire come fare per tornare a divertirsi come e più di quanto possa essersi divertito in tutta la sua esistenza, se ho ragione, ne guadagnerà ed io potrò concludere la mia scommessa, se non ho ragione mi getterò in questo vulcano e chiedo solo che non venga fatto nulla che faccia soffrire o che tolga la vita a mia moglie e mio figlio” seguì in silenzio sbigottito dei familiari in cui ognuno valutava le conseguenze di quanto detto da GABRIELE però prima che qualcuno di loro potesse parlare videro che nel quarto posto, in quella tavola di pietra, vi era qualcuno …. Nascosto in un turbine di nebbia.

 

Dalla nebbia uscì una voce lontana e vicina “Bene, bene, bene … e così il nostro GABRIELE, il geniale contadino dalle scarpe grosse ma dal cervello fino, vuole sfidare non solo sua moglie ma persino la sorte … e mi propone qualcosa che sa non posso rifiutare … hai ragione! … più volte ragione … Sul fatto che non mi diverto da molto tempo e già questa situazione che hai creato mi dà una piacevole sensazione che quasi non ricordavo! … hai così tante volte ragione che sembra quasi impossibile che ti possa sbagliare … anche se mi sembra impossibile che tu, creatura dalla vita breve e sfuggente, possa immaginare qualcosa che io negli innumerevoli anni visti e vissuti non abbia potuto immaginare da solo”

Al sentire queste parole ed al vedere questo turbine di nebbia che occupava il quarto posto a quella strana tavola CECILIA e FILIPPO trasalirono stupefatti, mentre GABRIELE iniziava come nulla fosse a prepararsi un panino con il prosciutto e versarsi un sorso di idromele e facendo un gesto cortese disse “serviti pure e onoraci della tua compagnia e visto che ci fai visita ritengo che vi sarà tutto il tempo necessario a che questo sia un incontro non solo utile per tutti noi ma degno d’essere ricordato …”

 

La nebbia rispose “Bene, bene, bene … ecco confermato che sei una persona speciale, sai già che con il TEMPO si ha tutto il tempo necessario sempre e comunque …”

 

La moglie CECILIA rivolta al marito disse “GABRIELE qui ci sono almeno due cose che non vanno …”

FILIPPO  “mamma ma cosa dici … papà è riuscito a farci incontrare il TEMPO!”

CECILIA con aria furba ed indomita disse “questo è tutto da vedere … in primo luogo questo signore nascosto nella nebbia potrebbe essere una creatura che ama scherzare e prendere per il naso dei poveri contadini e farsi passare per il TEMPO e quindi deve dimostrarcelo di esserlo”

Dalla nebbia venne una risata “Bene, bene, bene … come dicevo … anche la tua famiglia è proprio speciale, invece di dover dimostrare tu qualcosa a mè ora dovrei essere io a dimostrare qualcosa a voi”

FILIPPO aggiunse lesto rivolto al padre “il signore ha proprio ragione Papà se non può dimostrarci di essere il TEMPO io non dichiarerò conclusa la scommessa tra te e la mamma”

CECILIA continuò il suo ragionamento “in secondo luogo anche se dietro quella nebbia comparisse un bambino non vorrebbe dire niente perché il TEMPO non avendo un corpo come il nostro può assumere l’aspetto voluto ma avrebbe sempre vissuto troppo a lungo per potersi dire ancora un bambino!”

Dalla nebbia venne una risata “Bene, bene, bene … come dicevo … anche la tua famiglia è proprio speciale, …. Ma sono curioso di sentire cosa hai da dire tu GABRIELE! Su quello che dice tua moglie e sul perché sei venuto qui in cima a questo vulcano e non altrove per incontrarmi!”

GABRIELE che aveva finito di mangiare il suo bel panino al prosciutto si pulì il muso dalle briciole usando il proprio avambraccio così come fanno tutti i contadini sui campi e facendo il gesto di raccogliere tutta la pazienza esistente nell’universo iniziò a spiegare : “voi tutti mi chiedete spiegazioni di quello che a me pare ovvio … ma comunque vi do facilmente le spiegazioni richieste … come potete notare siamo sul ciglio di un vulcano brullo e disabitato, dove per arrivarci occorre scalare vie impervie e pericolose. Siamo giunti qui che non vi era nessuno e appena chiamato a comparire il TEMPO, ecco che compare qualcuno che se non è il TEMPO dovete dimostrarmi voi cosa possa essere. Uno dei motivi per cui ho scelto di chiamare il TEMPO su un posto così difficile da raggiungere è che pur sapendo di poterlo incontrare ovunque … solo il TEMPO sarebbe riuscito a comparire puntuale dopo il mio invito, inoltre in questo luogo non vi è pericolo d’essere disturbati da alcuno e basterebbe anche solo questo per non esserci necessità di prova. Ma se vogliamo proprio farla difficile” disse rivolto alla moglie … “… e se il TEMPO acconsente si può fare una piccola dimostrazione che dentro questa nebbia vi è il padrone del tempo … ma ritengo che non sia questo il vero problema posto dalla mia scaltra moglie … invece mi sembra sleale dire che l’aspetto giovanile con cui il tempo può presentarsi non conti e che conta solo il tempo trascorso … ma anche questo mi sembra un falso problema perché … SEGUITE IL MIO RAGIONAMENTO! È vero che si dice vecchio ad una persona che ha vissuto almeno due terzi della propria vita e così come lo si dice per un cane che a dieci anni INFATTI dieci anni che per una persona vuol dire essere ancora un bambino per il cane … il quale ogni anno vissuto ne valgono sette  è come se avesse settanta anni e i due terzi della propria vita li avrebbe proprio superati … e che dire della vita del TEMPO essa è infinita, pur avendo vissuto milioni di anni, è appena nato in quanto la fine dei suoi giorni è immensamente lontana da non giungere affatto. Se avete seguito bene il mio ragionamento la cosa è semplice e chiara!

 Ed anche per questo non vi sarebbe bisogno di provare niente … ma so già che la mia furba moglie dirà che sono solo parole e si darà vinta solo quando non sarà possibile sostenere diversamente … ed ecco perché siamo tutti qui in cima a questo vulcano”

FILIPPO disse lesto “per poter decidere chi di voi ha ragione senza aver dubbi ho bisogno di una prova che chi è dentro la nebbia sia il padrone del tempo mentre per il fatto di essere o sentirsi giovane o vecchio mi basta quanto dice chi si è dimostrato essere il TEMPO!”

CECILIA rivolta al marito esclamò soddisfatta “giusto FILIPPO!, non mi importa che tu vinca … ma se lo fai lo devi fare con una dimostrazione! E non solo a chiacchiere che sappiamo tutti quanto tu sia bravo”

Dalla nebbia ormai vi era una risata continua “Bene, bene, bene … mai divertito così tanto in vita mia e non capisco come possa continuare a divertirmi più di adesso … fermatevi che con i vostri ragionamenti tanto logici quanto assurdi mi state disorientando … dunque per voi questa scommessa sembra così importante che GABRIELE era disposto a rischiare la vita se non sarebbe stato capace di divertirmi … ebbene caro il mio contadino dalle scarpe grosse e dal cervello fino questa scommessa da parte mia la hai già vinta. Per la questione se sono giovane o vecchio io non me la sono posto mai il problema perché essendo io il tempo stesso posso far cambiare le altre cose ma non cambiare me stesso … però se proprio devo dire se mi sento vecchio o giovane sicuramente questa giornata mi fa sentire molto giovane e il ragionamento sull’età di GABRIELE mi sembra molto adeguato a descrivermi … quindi caro FILIPPO considerami pure un bambino che non crescerà mai … rimane un’ultima cosa da stabilire … come fare per dimostrare che io sono il padrone del tempo … e per questo lascio che sia GABRIELE a dire come posso fare … ed io lo farò se posso”

Tutti tacquero per un po’ di tempo … ognuno per valutare cosa si dovesse fare o aspettando che altri facessero il da farsi … poi CECILIA disse “sono d’accordo … se GABRIELE sa dire come il TEMPO può dimostrare di essere il padrone dello stesso ed il TEMPO lo realizza io mi dichiarerò vinta”

Anche FILIPPO era d’accordo e quindi tutti attesero che GABRIELE proponesse la soluzione.

 

GABRIELE con un gran sorrisone di chi sente già la vittoria in pugno inizia col dire: “prima vi farò un ragionamento e poi vi dico come si può fare questa dimostrazione … perché tutti non si perda nulla ma anzi se ne guadagni

Penso che se chiedessimo al TEMPO di fermare lo stesso o cambiarne la velocità noi non ce ne accorgeremmo perché lo stesso accadrebbe anche a noi. Io ritengo di poter suggerire al TEMPO un gioco che lo divertirà anche nel futuro …”

Il TEMPO a queste parole si agitò e disse “Bene, bene, bene … e davvero sai un modo che mi permetta di divertirmi anche in futuro … se è così alla fine ti darò una ricompensa”

Subito CECILIA aggiunse “questa pentola piena di monete d’oro!”

Ed il TEMPO disse “Bene, bene, bene …  se riesci ti riempirò questa pentola con monete d’oro”

Ma GABRIELE disse “veramente non è quello che avrei voluto io … però non voglio contraddire mia moglie!”

Il TEMPO non riusciva più a smettere di ridere “incredibile … siete  la famiglia più incredibile che io abbia mai incontrato … sono curioso di sapere cosa mi volevi chiedere!”

GABRIELE con aria di scusa “non posso proprio … perché adesso so che CECILIA ci rimarrebbe troppo male a non ricevere la pentola di monete che le hai promesso”

IL TEMPO rimase un po’ in silenzio poi disse “Bene, bene, bene … so bene cosa vuoi fare GABRIELE vuoi che io spinto dalla curiosità ti dia altro oltre quello che ti spetta ma non intendo darti altro oro ne altra cosa e ti chiedo di dirmi lo stesso cosa volevi da mè … ed io lascerò a tua moglie la pentola piena di monete … lo sapete si dice che il tempo è un galantuomo ed io non voglio smentire il detto!”

GABRIELE disse “ma io non ti chiedevo altro oro o ricchezze … o qualcosa di fisico e concreto“

Il TEMPO “dunque cosa volevi da mè … dimmi …”

GABRIELE “volevo semplicemente chiederti di poterti rincontrare tra una settimana … nient’altro”

Il TEMPO ci pensò un po’ su e poi disse “Bene, bene, bene … la richiesta mi sembra senza trucco però conoscendoti penso che troverai il modo di guadagnarci ben più di una pentola d’oro e quindi ti accordo anche di potermi incontrare ma dovrai calarti in questo vulcano con la tua famiglia per cento braccia, attento lì sul fondo ci sarà della lava bollente ed a fianco un passaggio che porta in una sala con tre porte speciali, per aprire queste porte occorrono tre chiavi diverse la più grossa messa su una bilancia pesa quanto le altre due messe insieme, la seconda il doppio della prima  e  tutte e tre le chiavi pesano complessivamente sei kili.

Dovrai aprirle nell’ordine giusto e con la chiave giusta, ed il giusto ordine e la giusta chiave lo capirai dagli indizi che troverai sulle porte e dietro di esse… se tutto questo saprai fare io mi ripresenterò a tè contento di vederti e di darti non più di una pentola d’oro … attento però che se sbagli l’ordine di apertura delle porte la lava del vulcano inghiottirà te e la tua famiglia. Sono stato chiaro?”

GABRIELE quasi parlando fra se e sé disse “cento braccia di corda , tre chiavi diverse la più grossa messa su una bilancia pesa quanto le altre due messe insieme la seconda il doppio della prima e  tutte e tre le chiavi pesano complessivamente sei kili, le tre porte da aprire nel giusta sequenza e non più di una pentola d’oro … anche per voi è tutto chiaro?” disse rivolto alla moglie CECILIA ed al figlio FILIPPO che fecero cenno di sì “Caro il mio TEMPO è vero che tu sei un galantuomo e generoso ed io non prenderò da tè più di quanto mi hai liberamente promesso … ma ora penso che sia giunto il tempo che io ti dica come potrai divertirti per i giorni che verranno … ascolta bene, hai notato che già avviene che per chi sta dentro il gabinetto gli sembra che il tempo scorre in fretta mentre per chi sta fuori la porta ed attende il suo turno per entrare gli sembra che il tempo non passi mai? Ecco pensa cosa accadrebbe se per ognuno ed ogni cosa tu facessi scorrere il tempo in modo diverso, … accadrebbero cose davvero buffe e ti divertiresti un sacco. Pero ATTENTO signor TEMPO a non abusarne  perché altrimenti ti darebbero del pazzo e molti impazzirebbero a loro volta … e questo, fatto con moderazione …  oltre che divertirti dimostrerà alla mia scettica moglie che tu sei veramente il TEMPO padrone del tempo”

Dalla nebbiolina usci una vocina di un monello “Bene, bene, bene …si … si … che bello, andate via che voglio proprio provare … e per rivederci sai cosa fare … ciao, ciao” e la nebbiolina sparì con la stessa velocità con cui era apparsa.

I tre si ritrovarono soli sul bordo del vulcano seduti a quella strana tavola di pietra.

FILIPPO disse “ed ora che si fa?”

CECILIA disse “raccogliamo le cose ed andiamo a casa che si sta facendo tardi” poi vedendo la sua pentola piena di monete d’oro disse “non so ancora se quello era il TEMPO però è un galantuomo che mantiene le promesse fatte … guardate la mia bella pentola è piena di monete d’oro!”

GABRIELE disse “ abbiate pazienza e vedrete che bello scherzo ci farà il tempo a noi e a tutto il regno di PUNTUALI!”

Si riempirono le tasche di monete ed iniziarono a scendere dal vulcano … erano appena arrivati alla strada che le guardie li avvistarono e dissero loro “sono due giorni che vi cerchiamo … presto presto! venite con noi che il  Re vuole vedervi” si misero tutti sul carro e andarono di corsa dal re.

Quindi furono portati dal RE

storiagallochecanta
storiagallinaconuovastrapazzate

5. IL CONTADINO ALLA CORTE DEL RE

 

Vi ricordate? La storia l’abbiamo incominciata così …

Quando lo portarono dal  Re questo gli chiese come mai si era legato alla moglie ed al figlio?

Gabriele disse: “caro il mio  Re … non vedi come il tempo si è messo a giocare, in questo modo è facile che le persone che si vogliono bene non si riescano più ad incontrare. Guarda le tue guardie prima di trovarmi si erano perse!.”

Il  Re e tutta la corte erano sbalorditi dalla logica ineccepibile e un po’ folle di quel contadino.

Il  Re chiese allora come mai avesse tanti soldi in tasca!

 

Ma questo voi lo sapete già … la storia che state ascoltando iniziò proprio così … ed adesso sapete anche il perché …

GABRIELE non disse al  Re che il tempo di tutti gli abitanti di PUNTUALI era impazzito a causa della scommessa fatta con sua moglie … ed allo stesso modo come non disse che il vero motivo per cui era legato con moglie e figlio era per essere sicuri che qualcuno non precipitasse nella scalata e discesa del vulcano e tantomeno disse che le monete d’oro erano state date dal TEMPO perché non voleva mica che il  Re inferocito dal fatto che lui era la causa di tanto scompiglio gli facesse tagliare la testa!

GABRIELE sapeva qual’era la causa del tempo impazzito e sapeva quindi che la soluzione, per far tornare tutto in ordine e puntuale, era nel tornare ad incontrare il TEMPO stesso …

GABRIELE … vi ricordate? … chiese cento metri di corda e un argano (per potersi calare nel vulcano)

GABRIELE … vi ricordate? … chiese una pentola di rame grande abbastanza per entrarci tre persone (in modo tale da potersi calare tutti e tre nel vulcano protetti dalla lava sul fondo e dal calore che saliva dalle pareti della pentola dato che essendo di metallo non sia sarebbe bruciata come invece avrebbe fatto un normale cesto di vimini, e chiese proprio una pentola per un motivo che poi, nella storia, conoscerete)

GABRIELE … vi ricordate? … chiese anche tre chiavi del peso complessivo di sei kili di cui la più grande era  pesante la metà dei sei kili… ovvero tre kili, che sono, se ci pensate bene il peso delle altre due chiavi messe insieme, la seconda chiave il doppio della prima ovvero due kili e la prima un kilo con cui aprire le tre porte

GABRIELE non sapeva ancora in che ordine si sarebbero dovute  aprire le tre porte … ma questo l’avrebbe scoperto e risolto quando era di fronte alle stesse.

GABRIELE … vi ricordate? … chiese anche di alcuni fabbri e carpentieri nel viaggio iniziale perché aveva bisogno di far portare sul vulcano la pentola, corda e argano, le chiavi e far montare l’argano per calare la pentola con loro tre dentro nel vulcano

cstoriadiscesanevulcano
storialagrottaconleporte

6. NUOVO INCONTRO CON IL TEMPO

 

Così avuto tutto l’occorrente i tre … come già detto … il giorno seguente, di buon ora, salirono su carro e partirono con tutti gli occhi speranzosi della corte che li seguì fino all’orizzonte.

Intanto nel regno di PUNTUALI si continuò a non incontrarsi agli appuntamenti, ad andare a lavorare troppo presto o troppo tardi, a mangiare troppo crudo o troppo cotto ed altre cose del genere.

 

Giunti sul vulcano con tutti i materiali e preparato con l’aiuto dei mastri la pentola con l’argano GABRIELE disse alle guardie ed ai mastri “calateci tutti e tre nel vulcano e non tirate su se non ve lo diciamo noi … attenti che quando tirerete su .. la pentola sarà molto pesante!

 

Quindi messe le chiavi nella pentola si fecero calare con essa.

 

Le pareti del vulcano  scorrevano in alto dove si vedeva rimpicciolire la luce della bocca del vulcano  e i tre stavano ben accucciati nel fondo della pentola per ripararvi da folate di fumo e vapore che salivano dal fondo quando la pentola toccò il fondo,

vi era una caverna ampia, illuminata da un fiume di lava incandescente dal colore rosso vermiglio e vi faceva molto caldo.

 

I tre scesero dalla pentola e si diressero verso il fondo dove … proprio come aveva detto il TEMPO vi erano le tre porte.

CECILIA disse “proprio come aveva detto il TEMPO!”

FILIPPO disse “ora bisogna capire in che ordine aprire le porte e attenti a non sbagliare perché qui già fa molto caldo per i miei gusti”

GABRIELE disse “osservate vi sono le tre porte ed a fianco di ogni porta vi è una bilancia … sulle due porte laterali vi sono delle scritte mentre su quella centrale la porta è liscia e senza scritte”

CECILIA “di sicuro sulla bilancia va messa la chiave giusta perché la porta si apra”

FILIPPO “papà osserva sulla prima porta a sinistra c’è scritto “vengo dopo il silenzio e mi apro con il doppio della seconda”

GABRIELE “nella terza porta a destra c’è scritto solo “un kilo”

Gabriele si era seduto per terra e rifletteva …

CECILIA “non per farti fretta GABRIELE ma qui fa sempre più caldo … hai idea di cosa fare?”

GABRIELE “la porta al centro senza nessuna scritta è il silenzio ed è quella da aprire per prima con la chiave da tre kili la seconda è quella a destra in cui vi è scritto un kilo con la chiave da un kilo e la terza è la porta a sinistra con la chiave da due kili”

CECILIA “ma come fai ad essere sicuro che la porta centrale non sia da aprire per seconda visto che la porta di destra dice  “vengo dopo il silenzio e mi apro con il doppio della seconda”.

GABRIELE facendo il gesto di raccogliere tutta la pazienza esistente nell’universo iniziò a spiegare “perché l’unica chiave che è di peso doppio di un’altra è quella di due kili e la porta da aprire per seconda è quella che ha la chiave da un kilo quindi non rimane che aprire nella sequenza che ò detto!”

FILIPPO “d’accordo … d’accordo … purché ci sbrighiamo.

GABRIELE mise la chiave da tre kili nella bilancia a fianco alla porta centrale e … questa si aprì … nel retro della porta vi era scritto (il silenzio viene prima di tutto e prima di aprire la prossima richiudi)

GABRIELE richiuse la porta e mise la chiave da un kilo nella bilancia a fianco alla porta di destra e … questa si aprì … nel retro della porta vi era scritto (il due lascia sempre la porta aperta al tre)

GABRIELE lascia la porta aperta e mette la chiave da due kili nella bilancia a fianco alla porta di sinistra  e … questa si aprì … nel retro della porta vi era scritto (sono l’ultima che chiude ogni porta) e quindi GABRIELE chiuse le due porte rimaste aperte

Improvvisamente si sentì una squillante risata e insieme ad un fresco venticello comparì nella caverna la famosa nebbiolina roteante “Bene, bene, bene … e così il nostro geniale GABRIELE, il contadino dalle scarpe grosse ma dal cervello fino,è riuscito ancora una volta a risolvere i problemi che gli si pongono davanti e … se gli occhi non mi ingannano è venuto a trovarmi con una pentola così grande che dovrò darti ben più oro di quanto ne avrei pensato di dare …”

GABRIELE “sono contento di incontrarti di nuovo per due motivi”

TEMPO “sentiamo cosa hai da dirmi adesso mio buon amico!”

GABRIELE “in primo luogo, sapendo quale galantuomo tu sia, pur essendo certo che mi riempiresti tutta la pentola d’oro, se non ti spiace non vorrei che la pentola sia tutta piena d’oro ma solo per metà”

TEMPO “Bene, bene, bene … questa è una bella notizia per mè ma temo che mi costerà comunque qualcosa … sentiamo …”

GABRIELE “il secondo motivo è che incontrandoti tu dovresti finire il tuo gioco che  aveva come scopo il dimostrare a mia moglie che tu sei il TEMPO e fare si che per il tuo divertimento giocassi il tuo passatempo burlone in altri luoghi facendo tornare noi e PUNTUALI alla sua regolarità”

TEMPO  “Bene, bene, bene … GABRIELE sai bene che quando tornerai dal  Re con la pentola mezza piena d’oro questi la vorrà per sé in quanto tutti i tesori trovati nel regno appartengono di diritto al Re?”

GABRIELE “ho un’idea che forse mi permetterà di avere ben più di questa pentola piena d’oro e che farà del bene a tutto il paese di PUNTUALI e contento anche il Re.”

CECILIA “GABRIELE … non esagerare , non vorrai cacciarci in guai ben peggiori di quelli che stiamo passando …”

FILIPPO “dai mamma non fare la guastafeste, fino ad ora ci siamo divertiti, pensa che bello se papà trova il modo di riempire due di quete pentole piene d’oro…”

TEMPO  “Bene, bene, bene … sono proprio curioso di vedere … però ti avverto GABRIELE da mè non riceverai altro oro oltre a questa mezza pentola … e con questo mi congedo da voi miei buoni e geniali amici … vi osserverò con attenzione e tutto tornerà alla normalità , ciao!”

La nuvoletta di nebbia roteante sparì dentro una risata fanciullesca.

La porta centrale si aprì e vi era una piccola collinetta di monete d’oro che la nostra speciale famiglia caricò nella pentola, poi si misero dentro e gridarono tutti a squarciagola “tirateeee issateeee fateci risalireeee”  e le guardie ed i mastri sbuffando ed ansimando tirarono su la pesantissima pentola con i tre dentro.

Fu un’impresa portare pentola ed oro alla corte del  Re ma alla fine giunsero e videro che in paese vi era una festa … per il ritorno della puntualità nel regno.

7. IL  RE DEVE DARE UNA PENTOLA D’ORO

 

Il  Re e la corte accolsero con tutti gli onori GABRIELE e la sua famiglia ed il  Re PENDOLO era particolarmente felice della grande pentola mezza piena d’oro.

Il  Re PENDOLO era curioso di sapere cosa era successo ma non fece in tempo a chiederlo che Gabriele disse: “caro il mio  Re … so che vorreste un racconto dettagliato di quanto è successo dentro il vulcano … vorrei tanto soddisfare la vostra curiosità come quella di tutta la nobile corte ma si da il caso che il TEMPO che abbiamo avuto l’onore d’incontrare ci ha fatto promettere di non dire nulla di quanto è successo e non vuole che nessuno lo importuni altrimenti tornerà a far impazzire gli orologi … e siccome so bene che sua grazia non vuole che questo accada le prometto che non diremo nulla ne a lei ne a chiunque altro”

Il  Re PENDOLO e tutta la corte rimasero sbalorditi e senza parole ancora una volta le parole di quel contadino … di quel rozzo uomo dalle mani tozze e callose come quelle che sono abituate a usare la zappa ed il forcone, dalle spalle robuste e un po’ curve da quanti pesi avevano trasportato nella loro vita … eppure le sue parole sfidavano la volontà del  Re e legavano il  Re alle sue responsabilità.

Nel silenzio che era caduto nella sala FILIPPO disse rivolgendosi alla mamma “mamma cosa diceva papà che vi era il modo di riempire la pentola di monete d’oro?”

Il  Re PENDOLO disse “che storia è questa … potresti farti dare altro oro dal TEMPO?”

CECILIA “non date retta a questo monello sua maestà a noi basta che voi di diate una pentola d’oro, anche una piccola delle mie”

Il  Re PENDOLO “no cara la mia contadina, capisco che non conviene contrariare il TEMPO e quindi ordino che nessuno nel regno vi faccia domande in quello che è successo dentro il vulcano, e siccome parola di  Re non fu mai smentita date subito una pentola di monete d’oro come promesso a questa famiglia di sudditi che ha compiuto la missione affidata … però … però … quello che dice il ragazzo … nella sua ingenuità penso sia vero … perché in questi giorni ho visto compiersi molti prodigi e in mezzo a questi c’è sempre di mezzo questo contadino di nome GABRIELE”

CECILIA “mio  Re …”

Il  Re PENDOLO “taci donna che voglio sentire cosa ha da dirmi GABRIELE sulla possibilità di riempire d’oro questa grande pentola …” il  Re che si era alzato dal trono vi si sedette con l’intenzione di avere una risposta.

GABRIELE intanto si era seduto per terra come al solito ed ogni tanto borbottava come se parlasse con qualcuno, CECILIA guardando le dame di corte si sistemava alla meglio la veste e qualche ciocca di capelli che usciva dal fazzoletto legato sulla testa, FILIPPO seguiva con gli occhi il volteggiare di alcune mosche, la CORTE guardava il  Re seduto imperterrito sul trono e quegli strani eroi che rendevano complicato anche solo respirare al sentirli parlare, la loro testa girava al seguire la logica e tutto s’ingarbugliava e diventava chiaro prendendo altre direzioni mai immaginate.

GABRIELE alzandosi e facendo il gesto di raccogliere tutta la pazienza esistente nell’universo iniziò “ Caro il mio  Re e illustrissima Corte se devo essere sincero so come fare per riempire in un anno la pentola di monete d’oro ma sinceramente non penso che voi siate disposti a far gestire le finanze di stato ad un contadino come lo sono io. Non è possibile prender altro oro dal vulcano o dal TEMPO e non è possibile aumentare le tasse al popolo di PUNTUALI, il modo con cui so di far aumentare le entrate vi sembrerà assurdo quindi non potendo convincervi di quanto si dovrebbe fare ringrazio sua maestà per la pazienza e per la pentola di monete d’oro con cui ha onorato la sua parola e me ne tornerei ai miei campi”

Il  Re PENDOLO “lascia che sia io a giudicare quel che vuoi fare e fammi la grazia di spiegarmi che stavolta non accetto che mi si dica che non posso capire!”

CECILIA “su mio buon marito non far inquietare il  Re e spiega … se poi non si convincono faremo sempre il nostro mestiere senza tante responsabilità che questa impresa comporterebbe”

Il  Re PENDOLO “ascolta le sagge parole della tua donna e soddisfa la mia curiosità”

GABRIELE “dunque se devo proprio vi parlerò con la semplicità di noi contadini … anzi vi racconterò una storia che vi farà capire meglio di molti ragionamenti …”

8. STORIA DEI DUE FRATELLI AGRICOLTORI

 

GABRIELE iniziò il racconto e tutta la Corte ed al Re che ascoltavano attenti e meravigliati dalla voce di quel contadino che sapeva incantarli e li faceva sentire dentro il racconto.

 

Gabriele iniziò ….

Un padre aveva diviso la sua terra tutta fertile in egual misura tra due figli di diverso carattere SANDRO faceva le cose con amore ADOLFO le faceva con cupidigia.

SANDRO quando faceva il raccolto separava il grano nelle spighe più piccole e nelle spighe  più grandi quindi faceva macinare il grano di minore qualità per il proprio consumo e faceva seminare il grano di migliore qualità ottenendo ad ogni nuovo raccolto spighe sempre più grandi e di migliore qualità

ADOLFO quando faceva il raccolto separava il grano nelle spighe più piccole e nelle spighe  più grandi quindi faceva macinare il grano di migliore qualità per il proprio consumo e faceva seminare il grano di minore qualità ottenendo ad ogni nuovo raccolto spighe sempre più piccole

Lo stesso avveniva con i polli con i maiali e gli animali SANDRO metteva quel che aveva di meglio per nutrirli e farli vivere bene e si accontentava degli scarti ed ad ogni anno tutto quello che produceva era sempre più abbondante e anche gli scarti erano sempre di qualità superiore

ADOLFO invidiava il fratello ma gli sarebbe bastato fare lo stesso e non impoverirsi mangiandosi il meglio e lasciando nei campi e agli animali il peggio.

In questa storia vi è la mia ricetta economica che applicata al regno di PUNTUALI lo renderà ricco e questo riempirà alla fine la pentola e tutto l’oro che essa non saprà contenere sarà mio quale compenso per la responsabilità che l’impresa comporta.”

 

Il tesoriere del regno si fece avanti “o mio  Re questo che sento è follia … mandate ai suoi campi questo contadino e noi tutti lo ringrazieremo per il servigio reso nel mettere ordine al tempo … ma se gli date mano alle casse dello stato questi le svuoterà in un baleno”

 

CECILIA che non gradiva che parlassero male di suo marito disse “mio  Re di certo mio marito è un contadino però fino ad ora vi ha risolto il problema degli orologi impazziti e vi ha dato un tesoro che non avete mai avuto … lo dico contro il mio interesse … ma se gli date carta bianca nel gestire questo tesoro per l’economia del regno al peggio vi ritroverete senza il tesoro che mai avreste avuto al meglio con il doppio del tesoro e con un regno più ricco e potente e con sudditi felici.”

 

Il  Re PENDOLO era molto pensoso e guardava ora GABRIELE che se ne stava tranquillo seduto per terra ora il tesoriere che sbuffava preoccupato ora la Corte che parlottava. Poi come colto da una folgorazione disse “Ordino che da oggi GABRIELE sarà il tesoriere di questa pentola di monete d’oro e le amministrerà per migliorare le finanze del regno, che il tesoriere del regno continui ad amministrare il tesoro già nelle casse e ritiri da GABRIELE la stessa quantità di tasse già vigenti e dia a GABRIELE le somme delle spese correnti attuali ma che non interferisca in nessun modo in tutte le modifiche di spesa o di tassazione fatte dallo stesso. Ordino che GABRIELE riferisca a me ogni sua iniziativa e sarò il solo che potrà bloccare la loro esecuzione. Infine se tra un anno la pentola sarà colma tutto l’oro in eccesso sarà messo in un’altra pentola e sarà di proprietà di GABRIELE. Questo io ordino e nessuno discuta questo editto”

 



​​9. IL TESORO DEL REGNO

 

Un anno passa in fretta …

Gabriele e la sua famiglia si trasferirono al castello … (ovviamente GABRIELE chiese ed ottenne che i suoi campi fossero coltivati e la sua fattoria mantenuta in buono stato per tutta la durata dell’anno) CECILIA indossò abiti degni di una cortigiana e godette di tutti i privilegi di essere a corte senza averne gli obblighi perché lei si dichiarava una povera contadina che preferiva frequentare il popolo, FILIPPO fu mandato a scuola dei nobili e cosa strana non solo aveva facilità nell’apprendere ma spesso insegnava ai maestri modi diversi e migliori di fare gli stessi esercizi, imparò a cavalcare a tirare di spada e d’arco, scrivere e far di conto.

 

GABRIELE utilizzò subito il suo tesoro per abbassare le tasse e pagarne la differenza al Tesoriere ufficiale; finanziò la costruzione di un sistema di irrigazione dei campi e di miglioramento di tutte le strade e fognature per tutte le case e tanti sudditi iniziarono a lavorare in queste opere e venivano pagati bene e quindi spendevano per farsi vesti migliori e case migliori, le locande si riempirono di lavoratori che potevano pagarsi un pasto giornaliero, i locandieri facevano più spese al mercato in vivande di qualità, i contadini vendevano più prodotti, i sarti facevano più vesti e acquistavano da altre città, il mercato si ingrandiva, le strade permettevano di portare la merce e le persone più lontano in poco tempo, il regno era più pulito e vi erano meno malati, tutti guadagnavano di più ed anche se pagavano meno tasse di prima versavano complessivamente quasi il doppio delle entrate che coprivano le maggiori uscite e facevano crescere il tesoro.

Alla fine dell’anno il tesoro era costituito  di due grandi pentole piene d’oro, il regno di PUNTUALI era più pulito, più bello, più affollato di commerci e di artisti, più produttivo e anche il più povero dei suoi sudditi era trattato bene e non gli mancava nulla.

 

Alla fine dell’anno il  Re fece una festa incredibile con cui tutto il popolo di PUNTUALI ringraziava GABRIELE e la sua famiglia di aver fatto tanto bene al regno.

Il  Re allora chiese a GABRIELE, davanti a tutta la corte cosa volesse oltre quello che già aveva come dono di tutto il popolo.

GABRIELE allora alzandosi e facendo il gesto di raccogliere tutta la pazienza esistente nell’universo iniziò “ Caro il mio  Re e illustrissima Corte e Popolo tutto sono commosso e vi ringrazio credetemi questo è stato l’anno più difficile della mia vita ho dovuto imparare a mangiare con la forchetta, a vestirmi con questi abiti che impediscono di muoversi comodamente perché così prevede il compito che mi è stato affidato, dover parlare con gente che è più preoccupata del suo vestito che dei suoi servi, non potermi sedere per terra o meglio in un prato a osservare il mestiere degli uccelli … insomma, per me è stato un vero inferno … che ho patito in silenzio perché qualcosa di buono ne poteva venire fuori … ma ora se voi mi chiedete cosa desidero da voi come dono per i servigi resi … non desidero titoli od onori … vi chiedo di farmi tornare ad essere un semplice contadino … senza impegni di stato … mi basta la stima dei vicini e del mio  Re … le ricchezze che ho conservatele insieme al tesoro del regno e in caso di necessità vi farò ricorso … più per mio figlio che per mè”

A quelle parole il regno rimase senza fiato, Popolo Corte e  Re non si aspettavano una simile richiesta.

CECILIA, che temeva che a quelle parole qualcuno pensasse che GABRIELE era superbo e ingrato intervenne “Mio buon  Re come vedi mio marito rimane una persona semplice che fa fatica a trattarsi da grand’uomo ma vi assicuro che come moglie mi sento più sicura con lui in mezzo ad una tempesta circondata da lupi che senza di lui in una roccaforte circondata da servitori … se veramente volevate fargli un dono a lui gradito lasciatelo libero da impegni di stato e ne avrete un ottimo suddito e un buon amico… Parlando per me…. io lo seguirò senza indugio perché facendo quello che la sua geniale mente ha pensato, fino ad oggi, ho vissuto una vita piena meravigliosa”

Un brusio circolò tra la corte ed il popolo interrotto da un gesto del  Re PENDOLO che con un sorriso sul volto disse “in questo anno ho imparato molto da quest’uomo che merita il rispetto e l’ammirazione di tutti, molto di mè direbbe di non lasciarlo andare, perché il suo genio può rendere ancora più grande e potente il regno di PUNTUALI ma se lo facessi ho imparato che mi comporterei come ADOLFO sarei avido, e io questo non lo voglio quindi Ordino che GABRIELE e la sua famiglia siano liberi di essere ciò che vogliono nel paese di PUNTUALI sottomessi solo al loro  Re che loro possono considerare il loro migliore amico, nessuno manchi loro di rispetto e che GABRIELE e la sua famiglia abbiano libero accesso al loro tesoro da noi custodito … e che questa sia la parola di Re”

GABRIELE e la moglie si abbracciarono e GABRIELE disse: “su facciamo festa mica vorrete sperecare tutto questo ben di dio che avete preparato” e così dicendo si levò le scarpe e il vestito e si mise un pantalonaccio e una casacca da contadino. E tutti fecero festa!

 

ORA ANCHE I PAESI VICINI A PUNTUALI CONOSCONO LA GRANDEZZA DI QUEL CONTADINO CHE SPESSO … SEDUTO PER TERRA OSSERVA , ATTENTO, IL MESTIERE DEGLI UCCELLI.

 

 

Storia ideata insieme al suo papà da Teresa 2A e scritta dal suo papà Antonio CAMPO nel mese di gennaio dell’anno duemiladieci.

 

Questa storia non ha fini di lucro … l’unico fine è far ragionare sognando!

 

Arrisentirci in un’altra storia … pensata, scritta e disegnata da voi!

 

 

 

 

  

Create Website with flazio.com | Free and Easy Website Builder