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PROGETTO DIDATTICA
DIGITALE INTEGRATA
2021 04 25 POLIeTICA 297 (Scuola – Rendere evidenti i costi impropri di una scuola autoreferenziale) di Antonio Campo
Il problema è che la scuola ed una certa cultura scarica sulle famiglie, sugli studenti e sulle comunità dei costi impropri che non sono più accettabili.
La scuola precovid è stata disegnata attorno agli interessi ed ai limiti degli insegnanti difesi a denti stretti ed ottusamente dai loro sindacati.
L’intento di questa analisi è proprio quello di farvi arrabbiare (non poco) e determinarvi a non doverli e volerli più pagare, questi costi.
Vediamo di cosa stiamo parlando e che costi siano:
Didattica personalizzata ed un diritto gratuito …un sogno. La società, imponendo la scuola obbligatoria, riconosce il valore come investimento collettivo della formazione scolastica ma si ferma a metà del guado (ovvero non considera un investimento della società quello di dare a tutti una formazione completa ed adeguata allo sviluppo dei talenti individuali) perché pensa ancora in modo assistenzialistico e selettivo infatti ritiene che le famiglie debbano investire nell’educazione dei loro figli e che lo stato debba intervenire solo per sopperire alla cronica ed appurata mancata capacità o volontà di alcune di esse di provvedere. L’idea della scuola degli insegnanti è ancora fortemente quella selettiva e non ha per niente o poco la cultura dell’orientamento per cui abbiamo il tipico di insegnante che “io insegnante seguo la classe e se tu studente non stai al passo allora sei perduto” ovvero “è ovvio che la tua famiglia debba pagare corsi di recupero” in seguito al fatto che io insegnante non sia capace di colmare quelle lacune formate nei tuoi figli perché “non posso e non so” personalizzare l’insegnamento per seguire e non far rallentare la classe (cosa che l’insegnante pagato privatamente e dedicato ai vostri figli invece fa senza problema). La selettività è ulteriormente dimostrata nelle borse di studio per cui il percorso di potenziamento è dato solo se i risultati individuali sono eccellenti oltre una certa soglia e attenzione (egualitaristi da strapazzo) qui non si demonizza la diversità anzi ma si stigmatizza la non personalizzazione della formazione (diversificata) a tutti.
Didattica essenziale un diritto gratuito …un sogno. Costi relativi a cose necessarie come i libri di testo, la cancelleria di base, i materiali di consumo di base, il refettorio (mensa), le spese di trasporto e quando necessarie anche le spese di alloggio dovrebbero essere escluse per tutti in una versione base. La società torna a fermarsi a metà del guado… e scarica sulla famiglia i costi della formazione generando un divario educativo inevitabile là dove le famiglie hanno difficoltà a soddisfare le richieste di base dello studiare, dell’integrarsi, del riqualificarsi. Sento già sorgere la domanda… ma questi costi chi li paga? Li dovrebbe pagare la fiscalità generale che è proporzionale al reddito se come comunità riteniamo che la formazione di tutta la popolazione sia un investimento essenziale alla capacità di generazione di ricchezza della società stessa. Anche la formazione continua di base e la riqualificazione dei lavoratori diventa un investimento della società che ha realtà produttive piccole che non possono investire molto del loro fatturato in aumento della competenza del proprio personale. Così come la formazione per integrazione sociale è da ritenersi un investimento per una società che invecchia e che se non attira lavoratori stranieri e loro famiglie collassa e se li attira senza integrarli crea miscele sociali esplosive.
La rimozione di ciò che ostacola all’uguaglianza ai blocchi di partenza sancita dall’art 3 della costituzione italiana ovvero “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese” è quindi compito di tutti quello di assicurare il diritto all’istruzione e soprattutto assicurare che questo diventi un investimento per la società e non uno spreco di risorse umane.
Gli sprechi sono un costo insopportabile. Di sprechi a carico della famiglia, dello studente e della collettività la scuola autoreferenziale italiana ne produce molti:
1. lo spreco dei costi logistici di trasporto e di alloggio;
2. lo spreco dei costi della refezione;
3. lo spreco dei costi dei libri di testo;
4. lo spreco delle lezioni di recupero;
5. lo spreco del tempo a prendere appunti;
6. lo spreco del tempo ad ascoltare esposizioni fatte in modo non personalmente efficace;
7. lo spreco di conoscenze teoriche non messe in pratica e non trasformate in competenze.
Relativamente allo spreco dei costi logistici di trasporto e di alloggio la soluzione sarebbe quella di avere sedi scolastiche diffuse attrezzate con postazioni informatiche ottimizzate allo studio dotate di connessione e di presenza tutor ad una distanza non superiore ai 2 km dalla residenza degli studenti e con un servizio di trasporto presso sedi più grandi e strutturate con laboratori, palestre, alloggi, mense. Tale soluzione eliminerebbe i costi giornalieri di trasporto casa-scuola, toglierebbe il relativo traffico generato ed il tempo perduto nel viaggio. Per gli universitari eliminerebbe il costo di alloggi e permetterebbe solo a quelli che debbano utilizzare particolari laboratori o fare particolari esami di alloggiare nelle sedi principali. Pensare che solo il costo dell’alloggio è un ostacolo enorme per molte famiglie e studenti per la scelta del corso universitario. La mancanza di sedi scolastiche nei paesini e zone montane si traduce in un forte motivo di abbandono delle stesse per le coppie giovani con figli. Quindi la concentrazione delle scuole è in effetti un costo che si scarica su famiglie, studenti, comunità.
Relativamente allo spreco dei costi della refezione la soluzione sarebbe quella di mense di quartiere che possano servire sia gli studenti sia i lavoratori in Smart Working rimuovendo le cause di non corretta alimentazione dovuta a disagio o ineducazione alimentare familiare.
Relativamente allo spreco dei costi dei libri di testo è esperienza comune come gran parte dei testi comperati non siano poi utilizzati e che molti di questi siano scritti male ovvero in modo che possano essere facilmente capiti solo da alcuni ma non da altri studenti sia per il lessico che per il modo di costruire le frasi. I testi, molto banalmente, non sono personalizzati sul tipo di apprendimento ideale per lo studente, e ciò è pure difficile da farsi con un libro. Immaginiamo se gli insegnanti e studenti utilizzassero tavolette grafiche o portatili su cui poter prendere il materiale testuale, immagini e video relativi al modulo didattico in esperienza però potendo selezionare quello che sia più adatto al tipo di apprendimento dello studente si annullerebbero molti sprechi e si finanzierebbero quei materiali didattici effettivamente fruiti ed efficaci. S’otterrebbe del materiale didattico sempre aggiornato, s’otterrebbe che di tutto il materiale didattico preparato da ditte o dagli stessi insegnanti o ragazzi ne verrebbe misurata l’efficacia che si potrebbe tradurre ad un corrispettivo da percepire per gli autori commisurato all’utilizzo dei loro materiali, si avrebbe la scomparsa dei zaini scolastici (i famosi spacca la schiena) con il trasporto inutile giornaliero, si avrebbe materiale didattico di sempre più alta qualità fruibile in più modalità, attraente e coinvolgente e capace di compensare gran parte degli andicap fisici o mentali.
Relativamente allo spreco delle lezioni di recupero il discorso si fa più grave perché tocca la dispersione scolastica ovvero quegli studenti che “non stanno al passo della classe” che “i loro insegnanti non possono aiutarli” e che “neanche le famiglie possono, vogliono o semplicemente se ne interessano”. Il sentire che insegnanti non facciano il loro mestiere perché non lo sanno fare o non sono messi in condizione di farlo bene (ovvero recuperando quelli che non stanno al passo) perché la cultura espressa dall’organizzazione scolastica dell’insegnante solista (incapace) non permette ad altri insegnanti o tutor di far recuperare “a scuola” le lacune formatesi e scatta la retrocultura della selezione. Insegnanti che diventano meri certificatori della propria incapacità ma che ai loro occhi risulta come onestà intellettuale di non far andare avanti i brocchi. Le lezioni di recupero a pagamento è la normalità discriminante sociale verso chi non se lo può permettere e lo spreco di talenti che l’incapacità degli insegnanti e della scuola ha forgiato in futuri falliti. Uno spreco d’intelligenza umana e di fattore produttivo di ricchezza della società perfettamente riuscito con una semplice frase “non possomus” che suona come il “non possiamo, non dobbiamo, non vogliamo” di Papa Pio VII dichiarato però da ben più grami personaggi come i sindacati degli insegnanti che osteggiano ogni cambiamento che metta in discussione il potere autocratico e senza verifica degli insegnanti.
Relativamente allo spreco del tempo a prendere appunti è dimostrato che solo per alcune persone risulta essere un buon modo per memorizzare ciò che sentono mentre per la maggior parte è un’attività che impedisce di capire ciò che si sta sentendo e per molti risulta una confusa congerie di frasi da decriptare in un secondo tempo. Lasciando che chi memorizza meglio prendendo appunti continui a farlo è dimostrato che il poter vedere ed ascoltare lezioni videoregistrate e poter riascoltare le parti da capire meglio risulta molto più efficace del prendere appunti per i più e risulta assodato che poter accedere a videoregistrazioni della stessa lezione con altri approcci espositivi sia molto più efficace e meno umiliante di dover alzare la mano davanti a tutti e chiedere spiegazioni più volte (alla fine non lo si fa per non essere derisi dagli immancabili compagni di classe più stronzi). E’ uno spreco l’esposizione durante le ore scolastiche quando l’azione dell’insegnante e del tutor dovrebbe essere quella di far diventare competenze le conoscenze esposte nelle videoregistrazione invece di sprecare il loro tempo a reinventare mille volte la ruota esponendo sempre le stesse informazioni ma non potendolo fare in modo personalizzato e con i tempi personalizzati di tutti gli studenti di una classe pollaio.
Relativamente allo spreco del tempo ad ascoltare esposizioni fatte in modo non personalmente efficace vale quanto appena detto.
Relativamente allo spreco di conoscenze teoriche non messe in pratica e non trasformate in competenze vale quanto appena detto anche se un’analisi della differenza tra conoscenze e competenze evidenzierebbe come la scuola precovid fosse in teoria in linea ma in pratica portata da un corpo insegnante generalmente inadeguato al più basso livello possibile galleggiando sul puro nozionismo salvo pochi casi.
Ribadisco che lo spirito con cui scrivo questo testo è quello di farvi arrabbiare e di motivarvi a non accettare più un simile trattamento di voi, dei vostri figli, delle vostre comunità ma anche come professionisti motivati a far bene e non solo a difendere il posto comodo …perché vi è una organizzazione del servizio pubblico che per propria autoreferenza preferisce restare nel proprio medioevo e considerarlo un’età illuminata.
Siamo in un millennio in cui non c’è più la cultura orale ne quella del libro scritto da un emanuense o da una stampante, ormai siamo nel millennio del digitale che ha superato la radio, il cinematografo e la TV ed ha le reti di miliardi di computer e device a cui connettersi, dei computer quantistici ed intelligenza artificiale e centinaia di migliaia di insegnanti che dovrebbero formare le nuove generazioni e aggiornare i lavoratori al lavoro con la formazione continua e quelli da riqualificare …questi …sono ancorati al libro cuore ed alla loro cadrega (cattedra).
(La data dell’articolo è relativa alla sua prima pubblicazione sui social)
Antonio Campo