L’ARS non discrimina in base al genere (sesso biologico), all’orientamento sessuale e relazionale (genere identitario psicologico), all’etnia o tratti somatici (genere di variante fenotipica, impropriamente detta razza), alle condizioni-economiche (genere sociale), alle credenze religiose o laiche (genere pensiero), a patto che non discriminino e non pretendano di essere la verità assoluta oppure riducano l’autodeterminazione altrui, in forza di convinzioni non dimostrabili.
Realizzazione della piena parità di genere, ovvero assicurando la compresenza dei generi maschile e femminile in tutti i livelli apicali politici ed amministrativi dell’ARS;
Non realizza forme di diarchia paritetica, ma istituzionalizza forme di collaborazione tra ruolo preminente e vicario, in alternanza di genere, con piena agibilità;
Primo obbiettivo sarà la realizzazione dell’equilibrio proporzionale dei generi negli incarichi di rappresentanza permanente nell’ARS;
Prossimi obbiettivi saranno quelli di ottenere una rappresentanza equilibrata anche per classi di età e per fenotipo qualora risultasse squilibrata rispetto alle proporzioni reali, le quali sono spesso dovute o fortemente influenzate, da dinamiche culturali discriminatorie.
PARITÀ DI GENERE SESSUALE NEGLI INCARICHI APICALI INTERNI:
L’ARS Vivace persegue l’obiettivo della parità di genere negli incarichi statutari entro le possibilità fornite dal numero dei Titolari per genere e della loro effettiva disponibilità;
Ogni incarico, elettivo, di nomina o a sorteggio, è affidato congiuntamente ad una donna e ad un uomo o viceversa;
Il Titolare dell’incarico o della funzione collabora e rende effettiva la partecipazione del vice. Il Presidente o il Reggente hanno comunque una preminenza, maggiore responsabilità e capacità decisionali, rispetto al rispettivo Vicario;
Il Vicario ha titolo per prendere le stesse decisioni del Titolare in sua assenza oppure su formale delega scritta, nella suddivisione dettagliata delle funzioni;
L’obbiettivo è di permettere al Vicario di assicurare, non solo la mera presenza negli incarichi di vertice e della parità di genere perseguita dall’ARS, quanto un’agibilità effettiva nella gestione della funzione, seppur come supplente;
Garantire alla compresenza di genere, di acquisire dimestichezza in tutti gli incarichi di vertice, decisionali e di amministrazione.
PROPORZIONALITA’ DI GENERE NELLA RAPPRESENTANZA:
Nelle cariche rappresentative si applica il principio di proporzionalità di genere in relazione agli iscritti e/o popolazione votante;
In ogni caso, va garantito l’equilibrio numerico dei due sessi all’interno degli organi collegiali, semprechéci sia la disponibilità degli interessati;
La selezione degli organismi rappresentativi e di controllo interni verrà rigorosamente improntata al principio di proporzionalità.La percentuale delle votazioni sarà sempre pari alla somma delle Quote%-Titolari (20.10.4) dei rappresentati (voto isocratico);
Laddove il metodo elettivo o di delega del consenso non dovesse assicurare una rappresentanza minima di alcuni gruppi identitari, una sufficiente compensazione di genere e l’imparzialità o l’inclusività non sempre garantita da metodi elettivi, verrebbero adottate le modalità di selezione a sostegno e sorteggio, tra rose ampie di candidati in possesso dei requisiti necessari.