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PROGETTO
TURISMO DI QUALITA'
2021 03 12 PROPOSTA DI LEGGE RIFORMA DELLE PROFESSIONI TURISTICHE di Naima Scognamiglio
“In Italia le guide turistiche sono costrette ad operare da anni in stato di precarietà. Manca una normativa che disciplini il corretto esercizio delle professioni turistiche in generale e della professione di guida in particolare”. Valentina Grandi, Presidente nazionale di Federagit Confesercenti.
Professione regolamentata già alla fine dell’800
La professione di guida turistica è – come noto – quella di più antica tradizione tra le “professioni turistiche”.
È stata, insieme a quella dell’interprete turistico, la prima a trovare espressa regolamentazione e riconoscimento a livello legislativo nell’ordinamento italiano.
Questa norma risale addirittura alla fine dell’800 (legge 23 dicembre 1888, n. 5888).
Era riconducibile ai «mestieri girovaghi». L’esercizio della professione veniva assoggettato alla vigilanza degli organi di polizia e al possesso di un certificato di iscrizione nell’apposito registro.
Il rilascio del certificato era condizionato principalmente a un preventivo giudizio di affidabilità morale. E solo secondariamente – per così dire – dall’idoneità tecnica.
La legge-quadro del 1983: criteri più selettivi per diventare guide turistiche
L’evoluzione della normativa in materia di “guide turistiche” – da quella appena citata alla legge-quadro sul turismo del 1983 – risulta caratterizzata dalla progressiva affermazione alla tutela dell’interesse pubblico.
Si punta sulla corretta diffusione e conoscenza del patrimonio storico-artistico e “culturale” del Paese e dei suoi territori.
Le guide turistiche, in questo senso, sono considerate un importante “veicolo”.
Al tempo stesso si pensa alla tutela del “turista-consumatore” e all’interesse dello stesso di ottenere dalle guide un servizio “di qualità”.
Il turista deve poter effettivamente acquisire – attraverso l’attività professionale di guide turistiche preparate e competenti – la corretta conoscenza del patrimonio culturale sito in un particolare territorio oggetto di visita.
Con la Legge Quadro nasce il riferimento legislativo, tuttora in vigore, secondo cui per esercitare la professione di guida turistica è obbligatorio sostenere un esame articolato.
Ed è previsto il rilascio dell’abilitazione tecnico-professionale.
Occorrono norme più incisive per frenare le guide abusive
Le preoccupazioni esplicitate dal Presidente nazionale di Federagit sono ancora in attesa di riscontro da parte degli organi istituzionali competenti.
Alla crescente difficoltà di inserire le Guide Turistiche in un quadro normativo che possa essere di sostegno nell’esercitazione di tale professione, si uniscono i tentativi di fermare il cosiddetto “abusivismo”.
Nelle maggiori città italiane si stanno diffondendo figure che si offrono di accompagnare gruppi e spiegare loro i siti di maggior prestigio.
Ma non hanno alcun titolo per farlo!
L’Angt: nelle grandi città i free tour stanno causando danni enormi
“Le nostre maggiori mete turistiche – dice Adina Persano, presidente dell’Angt – sono purtroppo invase da gruppi condotti da abusivi di ogni nazionalità.
Esibiscono tesserini non validi, spacciandosi per guide abilitate.
Una deriva che ha raggiunto livelli intollerabili soprattutto nei grandi centri urbani, dove il recente fenomeno dei “free tour” crea danni enormi.
Gruppi itineranti vengono condotti da persone senza alcuna abilitazione.
Provengono da vari Paesi del mondo. E agiscono manovrate da grandi organizzazioni che offrono tour solo apparentemente gratuiti. Ma alla fine pagati poi con cospicue offerte.
Il risultato? Una secca perdita economica per i tanti veri professionisti”.
Il problema delle false Guide Turistiche si concentra soprattutto durante la stagione estiva e a ridosso delle principali festività.
Il “caso” Venezia: multe salate della Finanza agli abusivi
Nel periodo a cavallo dello scorso Ferragosto, ad esempio, la Guardia di Finanzia ha fermato tre Guide Turistiche a Venezia che stavano accompagnando un gruppo in San Marco.
Alla richiesta di mostrare loro il tesserino attestante l’abilitazione, le tre figure si sarebbero rifiutate. Sono dunque scattate multe da 1.000 ai 4.000 euro.
I Finanzieri hanno anche ispezionato le barche che vengono utilizzate per i “boat tour”.
I giri in barca a pagamento per i canali di Venezia vengono acquistati sui siti internet che propongono servizi turistici, per lo più spesso stranieri.
La gita in battello dura generalmente un’ora e comprende anche il consumo di un aperitivo a bordo.
La Guardia di Finanza ha identificato due barche, utilizzabili esclusivamente per fini privati, coinvolti nell’organizzazione dei “boat tour”.
Ai responsabili è stata revocata la patente nautica ed è stata comminata una multa di 2.775 euro.
Un aiuto concreto alle vere guide turistiche: la app “GimmeGuide”
L’ha ideata la start up Ageenda Wifi, fondata da Ullas Gallarato. L’app è stata presentata in Senato.
Di cosa si tratta nello specifico? È una vera e propria piattaforma di booking online che mette in contatto diretto, in tutta Italia, i visitatori con i luoghi d’arte e cultura con le guide turistiche abilitate.
L’interfaccia è abbastanza intuitiva.
Il turista potrà prenotare il servizio di guida, ad esempio per visitare un museo.
Ciascuna guida avrà un proprio profilo personale, in cui verranno rese pubbliche le proprie tariffe, le lingue parlate, un proprio portfolio. E ovviamente l’abilitazione ottenuta.
Primo passo verso il riconoscimento della professionalità delle guide turistiche
In pratica, un vero e proprio catasto, un registro online di tutte le guide abilitate suddivise per regioni geografiche.
“Il portale – ha spiegato il founder di GimmeGuide, Ullas Gallarato in occasione della presentazione del progetto a Palazzo Madama – sarà presto online.
Per iscriversi le guide dovranno indicare il numero del loro patentino e la loro polizza Rc”.
Le maggiori associazioni di categoria hanno espresso grande entusiasmo.
E più in generale è anche un primo passo verso il rilancio del turismo in Italia.
Oggi più che mai il settore ha bisogno di professionalità e competenze per vincere le nuove sfide del mercato.
SCENARIO:
Federagit Confesercenti chiede da anni, a tutela della categoria, degli operatori turistici e dei turisti, una legge quadro sulle professioni turistiche e la sospensione dell'art. 3 della L. 97/2013, con il quale è stata introdotta nell'ordinamento italiano la validità dell'abilitazione su tutto il territorio nazionale.
“Attualmente le guide turistiche esercitano la professione dopo aver superato un esame di abilitazione a livello provinciale (in alcuni casi regionale). Nel nostro Paese, dove sono stati censiti ben 200.000 Beni Culturali, non è pensabile che uno stesso soggetto possa effettuare delle visite guidate sull'intero patrimonio nazionale, che presenta specificità regionali molto marcate.
Le visite diventano generiche e superficiali e privano il visitatore-consumatore del diritto ad una corretta divulgazione del patrimonio culturale italiano.”
Nel 2016, il ministro Franceschini aveva proposto una riforma dei beni culturali stilando un elenco infinito di siti protetti (alcuni dei quali nemmeno più esistenti ma convertiti in altro ad es. parcheggi). L’idea era contrastare l’abusivismo creando una guida turistica abilitata all’ingresso nei siti protetti.
FORMAZIONE E ABILITAZIONE DELLE GUIDE TURISTICHE IN EUROPA
In Francia nel 2012 il concorso è stato abolito e le carte professionali provinciali, di “guide des pays d’art et d’histoire” et “guide conférencier” si sono trasformate in una sola Carta di Guida turistica nazionale. Per diventare guida turistica occorre iscriversi ad un corso di laurea triennale intitolato “License de guide conférencier”.
Sono tante le università che propongono questo corso, a Parigi ci si può iscrivere all’Università della Sorbona, Ecole du Louvre, Università di Nanterre e di Marne la Vallée.
Ci sono anche i corsi di formazione serali, dedicati a chi non può recarsi all’Università di giorno. La presenza ai corsi è obbligatoria, si rischia la bocciatura per chi non frequenta.
L’accesso è selettivo, bisogna passare dei test di cultura generale, di patrimonio storico artistico francese e la prova di almeno una lingua straniera, in quanto i posti sono limitati.
Si studia la storia del patrimonio francese, storia di Parigi, letteratura francese, inglese, storia dell’arte, tecniche legate alla comunicazione, bisogna fare un tirocinio e anche fare i compiti.
EXTRA EUROPA
In Inghilterra la qualifica più alta è il blue badge, conferito da un istituto di formazione privato e riconosciuto dal governo, l’Institute of tourist guiding.
Il Blue Badge Guide Training è in assoluto il miglior percorso preparatorio per chi desidera intraprendere questa carriera.
I corsi hanno durata annuale e sono suddivisi per aree di competenza: a seconda della zona in cui si ha intenzione di “esercitare”, Blue Badge offre un training specifico.
Nonostante ciò la struttura del corso è più o meno sempre la stessa: il programma si compone di una prima parte di cultura generale, una parte specifica sulla zona di riferimento, una sulle tecniche comunicative ideali di una guida turistica e, infine, una sezione relativa alle business skills(marketing and communication skills).
Parallelamente alle lezioni teoriche, il corso Blue Badge prevede un’ampia parte dedicata a esercitazioni pratiche, visite nei siti di interesse, letture pubbliche e una sorta di “tirocinio” formativo.
Sono circa 8 gli esami da superare: il non superamento di anche solo un esame comporta la bocciatura del candidato. I costi vanno dalle 3mila alle 6mila sterline circa.
PROPOSTA:
La figura della guida turistica è fondamentale per la divulgazione e promozione del territorio italiano. Deve essere una figura altamente qualificata e tutelata a livello professionale.
Non essendo possibile creare nuovi albi professionali è necessario che la professione venga qualificata attraverso una formazione adeguata.
Si chiede pertanto che anche l’abilitazione a guida turistica preveda un corso di studi ad hoc come in Francia, in modo che la preparazione avvenga su tutto il territorio nazionale e risolvere l’annoso problema continuamente sollevato da Federagit.
Un percorso triennale che potrebbe poi, successivamente, prevedere una specializzazione biennale su una determinata area geografica (suddivisione quindi dell’Italia in macro aree come in Inghilterra e non più il solo confinamento regionale o addirittura provinciale).
La proposta dei siti protetti va revisionata agli effettivi siti di importanza riconosciuta e tuttora in attività (in Italia si contano circa 200.000 beni culturali, 55 siti unesco e in generale dal 60 al 75% del patrimonio mondiale) e pertanto resi accessibili alle sole guide autorizzate previo controllo all’ingresso.
Naima Scognamiglio