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PROGETTO DIDATTICA
DIGITALE INTEGRATA
2020 05 25 POLIeTICA 042 (Cosa causa la scuola concentrata e frontale VS la scuola diffusa, ribaltata, digitale) di Antonio Campo
Vengo subito al punto delle mie opinioni (basate su studi ed esperienze mondiali) a riguardo di ciò che serve alla scuola partendo da un nuovo atteggiamento che non sia “domani ci penseranno altri” perché così rubiamo futuro ai nostri figli.
Scriverò di tre punti qui esposti più i cinque lasciati ad altra esposizione:
· passare da sedi scolastiche concentrate a sedi scolastiche diffuse e di prossimità;
· passare da una didattica frontale ad una ribaltata ed asincrona;
· passare da una prevalenza didattica in presenza ad una prevalenza in teledidattica;
Più…
· implementare una infrastruttura digitale, fornire dotazioni digitali personali, fornire servizi su piattaforme digitali, metodi e dispositivi per la tutela della privacy e superamento del copyright per la didattica.
PUNTO UNO passare da sedi scolastiche concentrate sedi scolastiche diffuse e di prossimità.
Cosa causa la scuola con sedi concentrate?:
1. crea spopolamento delle montagne e zone rurali che saranno invece la futura industria del paese Italia ed è anche principale motivo di mancato numero di laureati in Italia;
2. costa troppi soldi alle famiglie per i trasporti e costringe a costi per alloggio dei figli in altre città;
3. crea un giornaliero, assurdo, traffico per spostamento degli studenti congestionando i mezzi pubblici urbani ed interurbani;
4. ruba troppe ore di vita agli studenti ed insegnanti solo per spostarsi;
5. aumenta pesantemente il traffico privato per portare i figli a scuola e riprenderli in dati orari;
6. porta alle classi pollaio che alimentano bullismo, invivibilità dei locali per chiasso se gli insegnanti sono lassisti e continuo stress e terrore con insegnanti Kapò;
7. costringe a obbligatorietà di frequenza e pagamento della mensa per rendere sostenibile i costi del servizio ristorazione.
Cosa causa la scuola con sedi distribuite?:
1. rende agevoli da abitare le zone montane e rurali per le giovani coppie con figli;
2. toglie la motivazione di abbandono scolastico causa onerosità per i potenziali diplomandi e laureandi in quanto la scuola non costringe ai costi di spostamento, costi di alloggio e di vitto a famiglie che non potrebbero permetterselo;
3. elimina il costo del trasporto giornaliero e dell’alloggio in altro comune anche a famiglie che potrebbero permetterselo ma che possono spendere tali risorse in beni e servizi più “intelligenti”;
4. elimina il congestionamento dei mezzi pubblici aumentandone la qualità del servizio ai cittadini ed ai turisti;
5. elimina migliaia di ore annue bruciate negli spostamenti a guadagno di salute e delle ore di studio;
6. elimina le punte di traffico privato per portare i figli e riprenderli prima di andare ed al ritorno del lavoro dei genitori;
7. elimina le classi pollaio, rende meno facile il bullismo fisico (anche se può aumentare il bullismo digitale) ed elimina classi caotiche e lo stress di insegnanti amichevoli-lassisti o Kapò-disciplinari per ridare loro la funzione di educatori-agevolatori d’apprendimento invece che insegnanti-recitatori e verificatori;
8. elimina la necessità della mensa scolastica e relativi costi come obbligo per rendere sostenibile i costi del servizio ristorazione e favorisce servizi di ristorazione convenzionati e vigilati solo per le famiglie che hanno necessità lavorative o che lo scelgano liberamente non condizionati troppo dagli orari sia per il nr di fruitori sia per la struttura molto flessibile della didattica ribaltata ed asincrona;
9. favorisce la fruizione di biblioteche come luoghi di studio extrascolastico cooperativo laddove le abitazioni private non siano idonee allo studio;
10. favorisce le attività extracolastice organizzate dalle scuole e finanziate anche da privati per sport, teatro, musica, cultura, giochi strutturati, manipolazione e bricolage, sperimentazione, giornalismo, assistenza e volontariato …ed altro che tolgono i giovani sia dalla strada sia dal non avere offerte di socialità.
PUNTO DUE passare da una didattica frontale ad una ribaltata ed asincrona.
Cosa causa la didattica frontale?:
1. causa la necessità di ripetizioni (costose per le famiglie e per il sistema scolastico) per quei studenti che non riescono a seguire il programma esposto dall’insegnante, sia perché necessitano di un diverso modo di esposizione o un diverso tempo di assimilazione sia perché l’accumulo di lacune non permette loro di assimilare con la stessa facilità di altri le nuove nozioni;
2. causa problemi sociali dovuta alla mancanza di autostima, disistima e derisione da parte dei compagni ed essere percepiti come un problema per la propria didattica da parte della maggior parte degli insegnanti;
3. fa sprecare il tempo dell’insegnante nella esposizione e nella verifica e non permette l’azione educativa di facilitazione dell’apprendimento individuale e personalizzato e penalizza anche chi potrebbe andare molto più velocemente e diventa sotto stimolato e represso per aspettare gli altri;
4. non utilizza lezioni già ottimizzate ed esposte da eccellenze dell’insegnamento (con costi di efficacia didattica) ma si affida alla bravura o tentativo d’insegnamento di ogni insegnante (con i costi di roulette russa di capitare male) …insegnante che ha nel suo codice genetico professionale quello di “non sopportare nessuna valutazione sulle proprie capacità didattiche” a dispetto dei risultati misurabili della media scolastica anche con altri paesi;
5. utilizza prevalentemente i libri di testo (costi cartacei) e la degenerazione delle fotocopie (altri costi cartacei) e scarsamente i materiali multimediali fruibili su personal computer (con la scusa-mancanza sociale che non tutti hanno un computer personale) generando cartelle pesanti di cartaccia e libri di cui sono sistematicamente utilizzati solo qualche decina di fogli (con costi ortopedici) e trova il massimo della sperimentazione in lavori di gruppo multimediali con personal computer visti come eccezione e non regola (con costi di arretratezza culturale normalizzata);
6. costringe ad un numero di ore di sopportazione di esposizione non sempre adeguata alla individuale capacità di attenzione e di assimilazione (costa in demotivazione) e costringe all’ascolto di verifiche di altri alunni spesso rubando spazio alla comprensione riflessiva su ciò che non si è capito (con costi di comprensione che si traducono in lacune o in necessità di costose lezioni di ripetizione).
Cosa causa didattica ribaltata ed asincrona?:
1. il poter ascoltare l’esposizione o visionare il materiale didattico secondo i propri tempi, tutte le volte che è necessario, il poter avere esposizioni alternative con tecniche diverse di cui alcune più efficaci di altre per il tipo di apprendimento individuale;
2. elimina la necessità di ripetizioni e dei relativi costi economici e di autostima;
3. elimina la necessità e l’umiliazione di dover dire non ho capito davanti ai compagni di classe;
4. permette di passare alle nozioni successive senza lacune;
5. non fa sprecare tempo all’insegnante in attività poco produttive come il dover trovare la velocità e complessità espositiva tollerabile per tutti ma gli permette di produrre lezioni multimediali con vari livelli di complessità che permettano di acquisire le basi ai meno interessati alla materia e di approfondire ai più interessati;
6. permette all’educatore di concentrarsi sull’aiuto alla comprensione di chi ne ha bisogno anche suggerendo materiali didattici più efficaci con il suo tipo d’apprendimento;
7. elimina i kili di testi e di fotocopie salvando deforestazioni e permette l’accesso ad uno sterminato ed aggiornato universo di materiali e lezioni didattiche autoprodotte o commerciali a cui si attinge e si riconosce una remunerazione in base al superamento di una soglia di fruizioni;
8. elimina la sopportazione dello studente di esposizioni o interrogazioni quanto permette di utilizzare meglio nella comprensione quel tempo;
PUNTO TRE passare da una prevalenza didattica in presenza ad una prevalenza in teledidattica.
Premesso che l’una non esclude l’altra la prevalenza sarebbe auspicabile andasse alla teledidattica perché la didattica, pensata prevalentemente in presenza, costringe nell’edilizia scolastica concentrata con tutte le problematiche esposte più altre problematiche di sostenibilità mentre la teledidattica agevola l’accesso a tutti della digitalizzazione riducendo fortemente un divario decisivo per il futuro di ogni studente.
Cosa causa didattica in presenza prevalente?:
1. richiede un numero di insegnanti elevato perché vincolato ad un orizzonte territoriale in cui la distribuzione di sedi e di alunni determina la composizione degli insegnanti. Spesso comprime le necessità educative e di assistenza per le disabilità cognitive o fisiche in funzione del personale disponibile. Spesso condizionato dalla assenza di insegnanti locali e dalla difficoltà di fare arrivare supplenze causate dalle più o meno cronica necessità del personale docente stabile e degli avvicendamenti dello stesso;
2. non permette una risposta personalizzata in quanto prevale una risposta ottimizzata per la media della classe pollaio visto che gli insegnanti ordinari sono impegnati nell’inseguimento del programma pianificato con esposizioni e verifiche;
Cosa causa teledidattica in prevalenza:
1. richiede molti meno insegnanti perché non sprecano il tempo a recitare le lezioni;
2. richiede molti meno insegnanti perché la verifica è oggettivata da programmi di correzione personalizzabili dagli insegnanti che possono concentrare il loro tempo nell’azione di agevolazione alla comprensione che diventa il compito principale dell’insegnante sia in presenza che in teledidattica e le verifiche possono essere fatte tipo prove INVALSI nazionali o sperimentali locali;
3. la teledidattica si presta meglio nell’inserimento di tutor coetanei o di livelli scolastici più avanzati ed al controllo del loro apporto didattico da parte degli stessi insegnanti;
4. riduce i costi (sprechi) in libri didattici non del tutto utilizzati o efficaci per didattiche personalizzate;
5. riduce lo spreco dei tempi di trasferimento di insegnanti da una classe ad un’altra (almeno per quegli insegnanti che fanno teledidattica in sedi diffuse) permettendo di utilizzare meglio quel tempo con sinergie di lavoro in equipe per risolvere carenze individuali o produrre materiali didattici di qualità;
PUNTO QUATTRO implementare una infrastruttura digitale, fornire dotazioni digitali personali, fornire servizi su piattaforme digitali, metodi e dispositivi per la tutela della privacy e superamento del copyright per la didattica.
Per questi ultimi cinque aspetti rimando ad altra trattazione peraltro già esposta nel PROGETTO SFERA.
La tecnologia cambia l’antropologia culturale basata su di essa e la storia dimostra che i popoli che non ne sfruttano le novità potenziali diventano popoli sfruttati, marginali.
Antonio Campo